Gaza, Onu denuncia: "Solo il 10% degli aiuti arriva ai civili", dati mostrano che l'85% dei convogli viene saccheggiato e il cibo immesso sul mercato nero

Gaza, l’Onu denuncia il perdurare della carestia che continua a colpire la popolazione nonostante la ripresa degli aiuti umanitari. Secondo quanto diffuso da un report, sui movimenti dei carichi di cibo, medicine e altre forniture di assistenza, il principale problema è che solo il 10% di questi carichi arriverebbe a destinazione.



Tra le cause denunciate però, come confermano i dati, ci sono i saccheggi frequenti, che avvengono durante le intercettazioni dei camion da parte di gruppi armati, o civili organizzati che per fame assaltano i mezzi già in vicinanza dei valichi, prima ancora che questi possano percorrere il tragitto verso i punti di distribuzione.



Il documento ufficiale, che tiene traccia dei dati dal 2024, dimostrerebbe quindi il meccanismo della sottrazione sistematica dei viveri, che poi vengono immessi sul mercato nero e rivenduti a prezzi elevatissimi e che ha interessato finora 33688 pallet e 2310 veicoli. Un fenomeno che era stato segnalato anche dalle autorità Israeliane, che avevano accusato Hamas dei furti e degli attacchi ai convogli, aumentati in particolare dopo la decisione di affidare la distribuzione alla Ong Gaza Humanitarian Foundation.

Valico di Rafah: l’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza (ANSA-EPA 2025)

Gaza, Hamas “Non ci sarà disarmo fino a quando non nascerà lo Stato palestinese”

L’Onu torna chiedere maggiori sforzi per fare arrivare a destinazione i carichi di aiuti, non più gestiti dalle Nazioni Unite ma dalla GHF, che nell’85% dei casi vengono intercettati e saccheggiati contribuendo al peggioramento della crisi umanitaria in atto.



Anche Hamas ha avanzato la richiesta di aumentare gli ingressi dei convogli di cibo e medicine, che dovrà arrivare almeno a 250 camion al giorno, come condizione fondamentale per la ripresa dei colloqui. Nel frattempo però funzionari dell’organizzazione terroristica hanno anche risposto alle richieste internazionali di disarmo e restituzione degli ostaggi, recentemente arrivate anche dalla Lega Araba, affermando che “Non ci sarà nessun disarmo fino a quando non nascerà uno stato palestinese“.

Ipotesi alimentata anche dal riconoscimento dello stesso stato da parte di alcuni paesi, tra cui Francia, Gran Bretagna e Canada, un annuncio che secondo Netanyahu contribuisce a rafforzare il potere del gruppo, senza fornire una vera prospettiva di pace. Lo stesso premier, ieri in risposta ai video degli ostaggi detenuti nei tunnel a Gaza, aveva affermato: “Hamas affama i rapiti come i nazisti affamavano gli ebrei nei campi di concentramento“, aggiungendo: “Questi video di propaganda dimostrano che non vogliono un accordo, ma solo spezzarci“.