Dopo una lunga ricerca del sostituto, la Nato ha deciso di affidarsi ancora una volta a Jens Stoltenberg. Il norvegese ha ricevuto l’ennesima proroga da parte dell’Alleanza Atlantica – questa volta fino al 2024 – ma la scelta è stata bocciata senza mezzi termini dal generale Leonardo Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’aeronautica militare. Su La Verità, non ha utilizzato troppi giri di parole: “Non è una buona notizia”.
“Nel suo mandato, rinnovato già due volte, egli ha avuto la preminente ed esclusiva funzione di fare da cassa di risonanza alla linea statunitense, di ventriloquo di Biden e di chi lo ha preceduto, dando concretezza e spessore operativo all’ormai fin troppo palese ed indiscusso abuso di posizione dominante dell’azionista di maggioranza della Nato, gli Stati Uniti”, ha spiegato Tricarico. A suo avviso Stoltenberg più di una volta ha dato l’impressione di “voler compiacere il ‘padrone’ spingendosi in autonomia su posizioni più dure e più oltranziste rispetto alle stesse aspettative di chi dettava la linea”.
L’ANALISI DEL GENERALE TRICARICO
Stoltenberg avrebbe travalicato i limiti delle su attribuzioni, ha aggiunto Tricarico: “Se fosse stato fedele al suo mandato, avrebbe dovuto concordare con tutti i paesi membri ogni sua dichiarazione pubblica, ogni suo intervento avrebbe dovuto essere la sintesi del pensiero di tutti, avrebbe dovuto ottenere da ogni alleato luce verde per ogni sua dichiarazione, ma così non è stato”. Il generale ha ricordato che il norvegese non ha mai speso una parola per richiamare l’alleanza al rispetto del suo primo principio, ovvero di impegnarsi a “comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia in cui potrebbero essere coinvolti” i paesi membri, “in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messi in pericolo”. Per Tricarico, infatti, Stoltenberg non ha mai perso l’occasione per soffermarsi sulla guerra tra Russia e Ucraina con spirito bellicista e muscolare: “Senza mai neppure adombrare l’eventualità di un cessate il fuoco e tantomeno di un negoziato. Ha fatto insomma l’incendiario più che il pompiere, come invece il suo ruolo e la sua appartenenza gli imponevano”.