L'ex commissario UE Gentiloni plaude la stabilità del Governo Meloni: “può convincere l'Europa ad emettere eurobond per la difesa comune”. Gli scenari
EUROBOND PER LA DIFESA COMUNE: GENTILONI “SPINGE” IL GOVERNO MELONI, “HA LA GIUSTA FIDUCIA PER CONVINCERE L’UE”
Stabilità, spread ai minimi, Manovre oculate senza essere “austere”, fiducia dai mercati finanziari: il Governo Meloni ha insomma tutte le carte in regola per poter convincere l’Unione Europea a smuovere i propri “tabù” interni circa la possibilità di emettere un vero debito comune. Lo ha detto l’ex Premier Paolo Gentiloni, ai taccuini di “Milano Finanza” a margine di un evento in Assolombarda con un altro ex inquilino di Palazzo Chigi, Mario Monti. E l’occasione per provare a lanciare sulla scena politica europea i cosiddetti “eurobond” è l’impegno dell’UE per una difesa comune in tempi controversi e drammatici come quelli attuali.
«Sulla difesa lo spazio per un’iniziativa italiana esiste eccome», sottolinea l’ex commissario UE all’Economia, uno spazio guadagnato dall’impegno della Premier Giorgia Meloni e del Ministro MEF Giancarlo Giorgetti in questi anni di complesso lavoro finanziario nazionale.
Sebbene infatti la Commissione UE abbia lanciato il piano di una difesa europea per contrastare le potenziali minacce ai propri confini, è lo stesso Gentiloni a sottolineare come si tratti in realtà di 650 miliardi finanziati da fondi interni degli Stati membri (in deroga al Patto di Stabilità). Solo 150 sono invece i miliardi garantiti dal debito comune, replicando quanto avviato solo durante la pandemia Covid: convinti anche i “frugali” dell’Europa del Nord, spinti dai timori per quanto sta avvenendo da anni in Ucraina.
Per tutti questi motivi l’Europa dovrebbe essere finalmente “mollare” le redini sul tabù eurobond, e a dirlo è colui che fino allo scorso anno era a capo delle politiche economiche UE: «serve rafforzare le nostre capacità militari», osserva ancora l’ex Premier in quota Pd a MF, e per farlo serve «dotarsi di un’industria e di una difesa comune» finanziato con eurobond e debito comune che possa impedire squilibri evidenti. La Germania, per esempio, ha una capacità di spesa sul fronte difesa imparagonabile alle residue disponibilità di Italia e Francia (specie ora con la crisi del debito che colpisce l’Eliseo) e perciò sarebbe di gran lunga preferibile convincere tutti della necessità comunitaria di un debito comune.
GLI EX PREMIER GENTILONI E MONTI INDICANO LA VIA DEGLI EUROBOND
A guidare tale operazione di “moral suasion” non può che essere un Governo stabile come quello italiano: a differenza del passato, la coalizione del Centrodestra in questi anni è riuscita a riportare l’esecutivo italiano in una posizione di rispettabilità internazionale, sia in termini di stabilità interna che soprattutto di numeri e solidità dei conti pubblici.
Lo riconosce anche il Dem Gentiloni che giudica necessaria l’operazione di un’Italia come proponitrice di un debito comune per finanziare la difesa europea, e lo può fare proprio perché avrebbe oggi lo standing che fino a qualche anno fa il nostro Paese non aveva: «la prudenza e responsabilità del Governo Meloni ha pagato come si evince dal riavvicinamento degli spread», conclude a MF l’ex commissario europeo certificando la prova di maturità dell’esecutivo, pur tra mille difficoltà internazionali e con gli stessi leader europei.
Da Gentiloni a Monti, entrambi durante l’evento di Assolombarda hanno sottolineato come la vera via della competitività UE non può che passare da un mercato unico e dall’utilizzo finalmente degli eurobond: serve più coraggio anche perché le urgenze impongono una decisione veloce della Commissione Europea, partendo proprio dall’esigenza della difesa, prima ancora del complesso e controverso piano di riarmo di cui proprio oggi viene la notizia di 14,9 miliardi di euro (sui 150 complessivi) dati dal programma Safe all’Italia (all’interno del RearmEU).