Il giallo dell’Apecar continua a mordere le cronache con un carico di pesanti interrogativi e la morte di Grazia Prisco, 80enne di Sarno trovata cadavere in un bosco nel territorio del Comune di Baiano (Avellino) è un mistero. La donna era uscita di casa l’11 marzo scorso con un amico coetaneo, proprio a bordo di quel mezzo, e ha perso la vita in circostanze non ancora chiarite: scomparsa per sei giorni, sarebbe stata ritrovata cadavere durante le ricerche. Un tempo durante il quale l’amico, però, non avrebbe rivelato quanto poi ha detto davanti alle telecamere dopo il ritrovamento: “Lei è voluta rimanere lì e io sono tornato a casa a piedi“. Perché, mentre tutti cercavano Grazia Prisco, l’anziano non ha parlato? L’interrogativo resta sospeso come molti altri, compreso il luogo della scoperta del corpo, individuato a poche centinaia di metri dall’Apecar: una zona particolarmente impervia che difficilmente sarebbe stata percorribile non solo con una Apecar, ma anche a piedi considerando l’età dei due protagonisti.
Al vaglio degli inquirenti le ipotesi di un terribile incidente o di un omicidio. Grazia Prisco è caduta quando si trovava da sola in quella zona oppure è stata uccisa? A questa domanda si cercherà di dare una risposta attraverso i risultati dell‘autopsia, che potrebbero fornire un quadro più nitido del decesso dell’anziana ed escludere l’uno o l’altro scenario. L’amico di Grazia Prisco, nel frattempo, ha parlato con i giornalisti e a La vita in diretta ha dato la sua versione.
La versione dell’amico di Grazia Prisco sul giallo dell’Apecar
La versione dell’anziano amico di Grazia Prisco è ora al vaglio e sono tante le domande che non trovano risposta nel mosaico di questo mistero. Il giallo dell’Apecar ancora oggi è senza soluzione e si attende l’esito dell’esame autoptico per provare a far luce sui punti oscuri intorno alla morte dell’anziana. Il caso, affrontato a Quarto Grado, continua a tenere accesa l’attenzione e le parole dell’uomo, ai microfoni di RTA Live, tengono comunque accesi i riflettori su una serie di nodi da sciogliere.
“Nessun incidente – ha raccontato l’anziano che, in un primo momento, ai soccorritori avrebbe detto di non ricordare nulla –. Ho parcheggiato l’Apecar e siamo andati a fare una passeggiata. Quando sono sceso non c’era più, l’avevano rubata (…) Sono innocente, non l’ho uccisa. L’ho lasciata lì perché lei non voleva venire con me, me ne sono andato a piedi”. Secondo l’amico di Grazia Prisco, dopo aver lasciato la donna in quel luogo si sarebbe diretto verso casa incamminandosi fino a trovare “un passaggio” da una persona che lo avrebbe poi accompagnato a casa. In questi giorni, gli inquirenti avrebbero sentito diversi testimoni che quella mattina, l’11 marzo scorso, avrebbero visto entrambi prima che la storia finisse al centro di un vero e proprio giallo. Uno di loro, in particolare, avrebbe notato che l’anziana “aveva qualcosa che non andava“: “Faceva giri su se stessa e sguazzava con i piedi dentro alcune pozzanghere. Non ha detto una parola“.