Chi ha ucciso Giancarlo Siani, il giornalista che voleva denunciare la Camorra: storia e ragioni dell'omicidio, ordinato dal clan Nuvoletta

In occasione del – triste – 40esimo anniversario del suo omicidio per mano della camorra, si torna a parlare proprio oggi, martedì 23 settembre 2025, di Giancarlo Siani, il giovane e coraggioso giornalista (peraltro ancora precario e alle primissime armi) che decise di mettersi nella primissima linea della lotta contro la mafia, pagando il suo coraggio e la sua determinazione nello svelare i traffici dei clan con il sangue.



Una storia – quella del giornalista – che questa sera verrà raccontata dal docufilm in onda su Rai 3 “Quaranta anni senza Giancarlo Siani” e che noi vogliamo ricordare brevemente tra queste righe, prima di concentrarci su chi l’ha ucciso: una storia che inizia a Napoli – nel quartiere Vomero – nel 1959 quando Giancarlo Siani nacque e iniziò – ovviamene qualche anno più tardi – a manifestare un sincero interesse per il mondo del giornalismo.



Proprio quell’interesse portò Giancarlo Siani a collaborare con la testata “Il Mattino”, riuscendo – nel giugno del 1985 – a far pubblicare un articolo nel quale scoprì (ci torneremo) un segreto accordo camorrista: proprio quella denuncia spiattellata sul giornale napoletano per eccellenze fu per lui una vera e propria condanna a morte, tanto che la sera del 23 settembre del 1985 fu raggiungo da sei colpi di proiettile che non gli lasciarono alcuno scampo.

Chi ha ucciso Giancarlo Siani: il giornalista anti-mafia che “infamò” il clan Nuvoletta

Ovviamente nei primi momenti la morte di Giancarlo Siani apparve un vero e proprio mistero con lo spetto della mano camorrista e fu solamente grazie al pentimento di Salvatore Migliorino e Ferdinando Cataldo che si riuscì a ricostruire l’identità dei responsabili: furono, infatti, loro a raccontare che dietro all’omicidio c’era il clan Nuvoletta – e in particolare i fratelli Angelo e Lorenzo, all’epoca boss – con l’aiuto di Angelo Bardellino; mentre a sparare furono Armando Del Core e Ciro Cappuccio, con l’ipotesi che lo stesso Totò Riina impartì loro l’ordine ultimo di sparare.



L’omicidio di Giancarlo Siani (Foto: web)

La ragione per cui Giancarlo Siani fu ucciso – come spesso accadeva in quegli anni – era legata al fatto che fosse diventato un personaggio a dir poco scomodo: nel suo articolo per “Il Mattino”, infatti, il giovane giornalista rivelò che dietro all’arresto (pochi giorni prima) di Valentino Gionta – poi indagato e prosciolto per l’omicidio – c’era nientemeno che il clan Nuvoletta che vendette il boss alle autorità per stipulare una pax mafiosa con la Nuova Camorra Organizzata.