Il figlio di Gianluca Nicoletti è stato male ed ha rischiato di morire: il racconto dello stesso giornalista a Storie Italiane
Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore e personaggio televisivo, è stato ospite stamane di Storie Italiane. La sua presenza è significativa nella giornata dell’autismo, visto che lo stesso Gianluca Nicoletti è il padre di Tommy, un ragazzo autistico non verbale, che purtroppo nelle scorse settimane è stato male: “Oggi e a casa e sta bene – racconta – ma il giorno dopo che ci siamo visti -dice Gianluca Nicoletti riferendosi all’intervista da lui concessa a Storie Italiane lo scorso 19 marzo – la sera stessa ha avuto un attacco epilettico fortissimo che si è ripetuto, l’ho portato al pronto soccorso poi in rianimazione al gemelli 5 giorni, poi in reparto neurologia altri 5 giorni, ha fatto le terapie ed è tornato a casa, fa parte del quotidiano”.
E ancora “Al pronto soccorso ci hanno detto che se non lo intubiamo muore e in quei momenti ho pensato che se non ci fossi stato io chi ci sarebbe stato? Grande disponibilità del Gemelli, al pronto soccorso hanno cercato di legare il ragazzo, alto 1,90 metri per 100 kg autistico non è semplice, viene legato perchè ci sono gli aghi e lui se li staccava tutti, allora mi hanno chiamato e io l’ho calmato”.
GIANLUCA NICOLETTI: “SERVE UN PROTOCOLLO MIRATO IN OSPEDALE…”
Quindi ha proseguito così Gianluca Nicoletti: “L’ospedale ha il suo protocollo, e una persona come Tommy che è non verbale deve essere accompagnato sempre da un mediatore, poi dopo è stato molto docile. Di notte non si dorme, gli si sta vicino perchè vuole alzarsi sempre”.
“Mi domando però quale sia una infermiera che possa comprendere un autistico se non ci fosse un mediatore vicino, quindi serve un protocollo di mediazione, serve per spiegare ad ogni operatore che ad ogni persona che ha difficoltà di comunicare e raccontare la propria patologia, quindi serve il protocollo”. Concorde Davide Faraone, noto politico di Italia Viva che ha una figlia autistica, e secondo cui la sanità deve essere rivista appunto in un’ottica di cura di persone autistiche: “Almeno in una clinica di ogni città ci deve essere una specializzazione per trattare questi casi”.