Gigi Bici, Barbara Pasetti confessa omicidio: “Gli sparai in testa”/ “Chiedeva soldi”
Omicidio Gigi Bici, Barbara Pasetti confessa l’omicidio: “Gli sparai in testa”. Il racconto risale a ottobre scorso, ma è stato reso pubblico alla chiusura delle indagini

Barbara Pasetti ha confessato nelle scorse ore l’omicidio di Gigi Bici, all’anagrafe Luigi Criscuolo. Era l’8 novembre 2021 quando, come raccontato agli inquirenti dalla donna e riportato dal Corriere della Sera, la vittima fu uccisa da un colpo di pistola alla testa mentre si trovava nel sedile anteriore della sua Volkswagen con il finestrino abbassato nel cortile della abitazione della fisioterapista. Il cadavere sarebbe stato poi ritrovato un mese dopo nei pressi della villetta. L’assassina disse agli inquirenti che a trovarlo era stato il figlio mentre giocava. Il bambino successivamente l’avrebbe però smentita.
La rea confessa e la vittima si conoscevano. Barbara Pasetti aveva ingaggiato Gigi Bici per “regolare i conti” con l’ex marito, Gian Andrea Toffano. L’uomo, tuttavia, alla fine si era rifiutato di commettere il misfatto, scatenando l’ira della donna. Non si sarebbe trattato di un delitto premeditato, bensì “d’impeto”, complici anche le “inattese richieste di denaro” dell’uomo. L’arma utilizzata dalla fisioterapista è la pistola calibro 7,65 che lei stessa aveva consegnato a Luigi Criscuolo e che quest’ultimo le stava restituendo. Per sparare utilizzò dei guanti.
Gigi Bici, Barbara Pasetti confessa omicidio: “Gli sparai in testa”. La lettera
La confessione di Barbara Pasetti, detenuta con le accuse di omicidio, occultamento di cadavere, tentata estorsione e detenzione illegale di arma da fuoco, sarebbe stata redatta a ottobre scorso, ma è stata resa nota dalla Procura soltanto al momento della chiusura delle indagini. “I fatti si sono svolti in modo repentino e sostanzialmente occasionale, attraverso l’uso di un’arma che lo stesso Luigi Criscuolo aveva consegnato”, viene ricostruito in una nota firmata dal procuratore Fabio Napoleone.
Dopo l’ammissione di colpa le indagini sono proseguite. “È stato necessario al fine di ricevere conferma di taluni dettagli forniti dalla persona sottoposta alle indagini e relativi alle specifiche modalità di esecuzione del delitto, alle ragioni che l’avevano portata ad avere rapporti personali con Criscuolo e anche alle condotte da quest’ultimo perpetrate nei confronti della stessa Barbara Pasetti e che hanno poi condotto al tragico epilogo”. Inoltre, sono state effettuate delle perquisizioni nell’abitazione della donna, che hanno portato al sequestro di una bicicletta, una corda e una lettera per compiere accertamenti approfonditi di natura dattiloscopica e genetico-molecolare.
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