Intervista della Premier Giorgia Meloni al Tg5 sulla riforma della giustizia, i casi Almasri e altri dossier del Governo: “disegno politico nei magistrati”
L’INTERVISTA DELLA PREMIER MELONI AL TG5: LO SCONTRO TRA GOVERNO E GIUSTIZIA
Con la riforma della giustizia del Ministro Nordio sulla separazione delle carriere che procede spedita verso le ultime fasi prima dell’ormai quasi certo referendum costituzionale, le “conseguenze” su nuovi scontri tra parte della magistratura e il Governo di Centrodestra sono “messe in conto“ dalla Presidente del Consiglio: Giorgia Meloni nella video intervista al Tg5 delle ore 20 di oggi 6 agosto 2025 (anticipata da ampi stralci dall’ANSA, ndr) lo dice espressamente, rispondendo alle varie domande sui dossier giustizia aperti in questi giorni.
Dal caso Almasri, con l’archiviazione della Premier Meloni e la richiesta di procedere per gli altri indagati, fino alla sentenza della Corte di Giustizia UE che concede “legittimità” alle decisioni del Tribunale di Roma: e poi ancora CSM, piano carceri e ulteriore tensione tra l’Associazione Nazionale dei Magistrati e il Guardasigilli Carlo Nordio. I temi all’ordine del giorno sul fronte politica-giustizia sono notevoli e per la leader FdI non è impossibile ritenere che vi siano «eventuali conseguenze» al fatto che la «riforma della giustizia proceda a passi spediti».

Nell’intervista al Tg5 la Premier in poche parole non esclude che vi possa essere una correlazione tra le varie vicende giudiziarie su Almasri e anche sul Ministro Salvini (per il caso Open Arms), con la maxi riforma della Giustizia messa in campo per la separazione delle carriere. Quello che Meloni ritiene particolarmente surreale è che i giudici del Tribunale dei Ministri chiedano un’autorizzazione a procedere contro i Ministri Piantedosi, Nordio e Mantovano che invece «hanno agito nel rispetto della legge per tutelare la sicurezza degli italiani».
ALMASRI E IMMIGRAZIONE: “C’È UN DISEGNO POLITICO IN UNA PARTE DELLA MAGISTRATURA”
Sul caso Almasri infatti l’archiviazione della Premier Meloni sembra suggerire che la responsabile del Governo non sappia quanto i propri ministri agiscono su tematiche delicate come la vicenda del libico torturatore: «i miei Ministri non governano a mia insaputa», ha sottolineato la Presidente nell’intervista al Tg5 delle ore 20. Conferma la frecciata alla magistratura, spiegando di non essere «Alice nel Paese delle Meraviglie», ma bensì il Capo del Governo che condivide ogni passaggio e responsabilità con il proprio CdM.
Meloni cita direttamente l’ex Premier e leader M5s e lo sfida apertamente su quanto successo in passato per i casi Diciotti e Open Arms: «non sono un Conte qualsiasi che faceva finta di non sapere quanto decideva il suo Ministro degli Interni» (ovvero il leader della Lega, Matteo Salvini). Quello però che la Premier Meloni intende definire in maniera molto netta è quel sospetto che aleggia a Palazzo Chigi ormai da mesi, e che i fatti di questi giorni sembrano confermarlo.
Per la Presidente del Consiglio v’è «un disegno politico» attorno ad alcune decisioni di parte della magistratura, specie per le tematiche che riguardano l’immigrazione e il governo dei flussi migratori: per Giorgia Meloni è come se qualche giudice volesse frenare l’opera di contrasto alla illegalità e all’immigrazione irregolare. Eppure, rivendica la Presidente e leader del Centrodestra, nonostante questi spiacevoli “ostacoli” comunque il lusso di illegalità nel nostro Paese è diminuito del 60%, lavorando per fare ancora di meglio da qui alla fine della Legislatura.
DAI DAZI ALLE REGIONALI: “AUTUNNO DI CRISI ECONOMICA? NO, L’ITALIA È SOLIDA”
È però un’intervista a tutto campo quella lasciata da Giorgia Meloni a Mediaset, dove non è solo la giustizia e il caso Almasri a tenere banco: sul fronte dazi, la Presidente ribadisce che la “palla” è in mano alla Commissione Europea che sta attualmente trattando sui prodotti che possano rientrare o meno nelle tariffe degli Stati Uniti. Come Italia, il Governo farà «del suo meglio per tutelare gli interessi nazionali», anche sottolineando come in realtà molti prodotti simbolo dell’export vede impossibile sostituirli con produzioni interne americane. Sugli aiuti a imprese e produttori, il Governo metterà un altro miliardo di euro sull’intera filiera agroalimentare oltre a un pacchetto di semplificazioni pronto già dal prossimo mese.
Soddisfatta invece la Premier Meloni sulla decisione di inserire Marche e Umbria tra le regioni con ZES speciale unica: citando i dati del Forum Ambrosetti, la Presidente rivendica un giro di vite molto positiva di circa 27 miliardi di euro con la ZES nel Mezzogiorno, oltre a decine di migliaia di posti di lavoro creati. Per Meloni le polemiche della sinistra sull’apertura anche a Umbria e Marche sono assurde, in quanto «sono opportunità che mettiamo a disposizioni di tutti i nostri cittadini».
Dal Ponte sullo Stretto approvato oggi con la riunione del CIPESS (a cui ha presenziato la stessa leader FdI) alla decisione di allargare poteri speciali per Roma Capitale, l’impegno del Governo è di proseguire con il programma dotando il paese di tutte le potenzialità per crescere ulteriormente, «facciamo le cose che altri governi per decenni solo ne parlavano».
Sul finire dell’intervista al Tg5, Meloni ha confermato che la piena quadra sui candidati delle Regionali si troverà («come sempre, siamo insieme per scelta e troveremo sempre la soluzione»), così come non dovranno essere troppi scoramenti per il prossimo autunno di potenziale difficoltà economica: «il contesto internazionale è molto complesso», osserva Meloni che però garantisce, «abbiamo le carte in regola per affrontare questa stagione». Governo stabile, conti in ordine e sistema produttivo solido: «la strategia che è stata messa in campo è una strategia corretta, continuano a crederci e lavoriamo».
