Oggi, 4 settembre, si celebra la Giornata Mondiale del Benessere Sessuale, promossa dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un tema che appare più complesso di quanto potrebbe sembrare visto che, come riferisce TgCom24.it, da un recente sondaggio è emerso che la metà degli italiani è cresciuta in una famiglia dove l’argomento sesso era tabù, e ancora oggi, un terzo degli intervistati, ha spiegato di trovarsi in imbarazzo nel parlare di problemi sessuali, anche con il proprio medico. Il tema del benessere sessuale, inoltre, viene considerato ancora marginale anche dai medici, troppo spesso slegato rispetto alla salute generale della persona. Stando ad una ricerca della Fiss, Federazione Italiana Sessuologia Scientifica, solamente il 19% dei dottori fa delle domande sulla sessualità ai propri pazienti in menopausa, mentre la maggior parte degli uomini che riscontrano problemi di disfunzione erettile, preferiscono cercare soluzioni fai da te su internet, piuttosto che rivolgersi ad uno specialista.
GIORNATA MONDIALE DEL BENESSERE SESSUALE: DONNE PIÙ ATTENTE DEGLI UOMINI IN QUANTO A PREVENZIONE
In merito invece alla questione di prevenzione e visite di controllo, sono le donne quelle più attente, con il 68% del campione femminile intervistato che dichiara di essere stato almeno una volta dal ginecologo solo per una visita di controllo, e il 53% ha spiegato che si reca dal dottore almeno una volta ogni 12 mesi. Decisamente capovolta la situazione per il “sesso forte”, con il 51% che ha dichiarato di non essere mai stato da un andrologo, e 7 su 10, invece, si recano da un medico solo per un effettivo disturbo. Qualche motivo per sorridere comunque c’è, come ad esempio il fatto che si sta cercando di lavorare in tema di educazione sessuale e a riguardo va sottolineato come il 52% di un campione fra i 18 e 25 anni intervistato, ha dichiarato di seguire delle lezioni apposite, percentuale che scende al 32% nella fascia 36-45 anni. Vi è inoltre consapevolezza in tema di malattie trasmissibili attraverso il sesso, con il 61% che afferma di conoscere i “virus” più comuni. Infine, per quanto riguarda il cambiamento di abitudini sessuali in epoca covid, il 69% ha dichiarato di non aver modificato le proprie pratiche, anche se il lockdown e lo stress causato dall’epidemia hanno provocato un calo del desiderio soprattutto per i giovanissimi.