Lo psicanalista Emilio Mordini ha riflettuto sui giovani in un’intervista per La Verità, partendo dalla loro accettazione a testa bassa delle limitazioni pandemiche, senza lamentarsi neppure a fronte dei numerosi dubbi che stanno sorgendo nell’ultimo periodo. Un’accettazione guidata da tre fattori secondo lo psicanalista, “la Dad [che] non ha disturbato i ragazzi, ai quali piace marinare la scuola”, “alcune restrizioni che gli sono tornare utili, come l’uso e l’abuso della comunicazione online” e l’illusione degli adulti che i giovani “siano anticonformisti, che non è vero”.
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Insomma, è bastato spacciare alcuni comportamenti come “nuovi” per farglieli accettare, come “l’immagine che chi è smart, chi è giovane, si poteva e doveva conformare senza problemi. Se riesci a vedere un comportamento restrittivo come segno d’innovazione, hai fatto centro”. Similmente, il fatto che dall’altra parte di questa immaginaria barricata ci fossero “il vecchio Meluzzi, il vecchio Sgarbi o il novantenne Montagnier a dire il contrario”, ha aumentato la volontà dei giovani di conformarsi. In tutto questo, inoltre, non bisogna dimenticare neppure “il sovraccarico di informazioni” che c’è stato durante la pandemia.
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Mordini: “I giovani stanno sviluppando danni dalle limitazioni”
Lo psicanalista Mordini, infatti, ricorda che i giovani sono rimasti colpiti molto più degli anziani dal sovraccarico informativo del covid perché “è percepito molto di più da chi vive sui social”. Lo stesso sovraccarico di informazioni, d’altronde, è “una delle tecniche dell’ipnosi: oltre un certo numero di stimoli contemporanei, il cervello va in tilt“, ma questa tecnica non è servita per convincerli a fare ciò che non volevano, quanto più per “disinibire una volontà latente”.
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Insomma, ai giovani è bastato dare “la possibilità di non andare a scuola, senza sembrare degli asini, di stare al telefono e anche di sembrare ribelli, pur essendo conformisti”, mentre l’infodemia ha fatto il resto. Tutto questo, però, ora secondo Mordini starebbe dando i suoi frutti, ovviamente negativi, perché “questo tipo di ottundimento mentale, quando capita in un’età critica come l’adolescenza, produce danni. Il sovraccarico informazionale ha lo stesso effetto negativo delle droghe e degli alcolici: crea stordimento, particolarmente pericoloso”. Ma la colpa non sarebbe tanto dei giovani, quanto di chi ci governa che “ha usato questi metodi”.