Giulia Maccaroni, la skipper deceduta nella notte del 29 agosto a bordo di un’imbarcazione a Marina di Stabia, è morta per asfissia. Queste sono le indiscrezioni che filtrano dopo l’esame autoptico condotto sulla salma della giovane, che proprio nel pomeriggio odierno ha ricevuto l’ultimo saluto della sua famiglia, dei suoi parenti, dei suoi amici. La giovane dormiva sulla barca andata a fuoco quella notte e ha respirato i fumi tossici sprigionatisi in quella cabina.
Sono tre le persone al momento iscritte al registro degli indagati: si tratta del comandante, dell’armatore e del legale rappresentante della società che gestisce il noleggio. L’area dove era attraccata la barca è ancora sotto sequestro e nessun’altra può prendere il posto di quella avvolta dalle fiamme. L’ipotesi è quella di un cortocircuito per un malfunzionamento: perché non è scattato l’allarme antincendio? Si è trattato di un guasto? Domande alle quali soltanto le indagini potranno garantire delle risposte e restituire giustizia alla giovane.
GIULIA MACCARONI: “MORTA IN MEZZ’ORA”
La skipper Giulia Maccaroni, in base a quanto riportato fino a questo momento, sarebbe morta nell’arco di appena trenta minuti, un lasso decisamente esiguo e che ben lascia intendere la tossicità e la pericolosità di quei fumi. Ai suoi funerali a San Vito Romano il sacerdote ha ricordato che “era un’amica di tutti e per tutti aveva un sorriso”.
Ora, tutti i suoi cari e conoscenti chiedono che sia resa giustizia a una ragazza benvoluta da tutti e che aveva tanti sogni, amava il mare, per cui nutriva un rispetto tanto profondo quanto incommensurabile, come si evince da alcuni post pubblicati sui suoi profili social.