Un luglio terribile per la letteratura italiana e per le grandi firme della cultura del nostro Paese: dopo i lutti per la scomparsa di Andrea Camilleri e Luciano De Crescenzo, da Roma arriva la triste notizia della morte di Giuliana Morandini, la grande scrittrice e saggista di origine friulana e mitteleuropea, vincitrice del Premio Prato per la narrativa nel 1978 per I cristalli di Vienna, del Viareggio Saggistica 1977 per E allora mi hanno rinchiusa e del Viareggio per la narrativa 1983 con il suo Caffè Specchi, del Flaiano nel 1992 per Sogno a Herrenberg. Considerata tra le prime scrittrici “femministe” del secolo scorso non tanto per l’ideologia della donna elevata alla massima potenza ma per l’attenzione mite e allo stesso tempo netta per le condizioni delle donne nei manicomi negli Anni Settanta. Nel 1977 ha curato infatti un saggio-inchiesta divenuto centrale nella letteratura italiana di quel tempo: “E allora mi hanno rinchiusa”, il titolo del libro dove la Morandini raccoglie 47 testimonianze di donne costrette a vivere in 4 manicomi italiani. Senza filtro, con racconti drammatici che “anticiparono” la rivoluzione della Legge Basaglia, di lì a pochi anni.
CHI ERA GIULIANA MORANDINI
Nata a Pavia di Udine nel 1938, la Morandini ha raccontato da vicino il mondo femminile e la cultura che si evolveva dalla sua area mitteleuropea verso i confini della modernità che incombevano: è morta a 81 anni dopo una lunga malattia rimasta per ora “celata” dalla privacy della famiglia, Giuiana Morandini si è spesso dedicata nel corso della sua carriera anche all’attività critica, occupandosi soprattutto della letteratura in lingua tedesca e del teatro. Come riporta l’Ansa, oltre ad aver curato la pubblicazione di opere di Euripide e di Beckett, la scrittrice friulana si è occupata dell’edizione tedesca dei lavori teatrali di Pasolini. Nel 1980, Morandini aveva inoltre dato alle stampe La voce che è in lei. Antologia della narrativa femminile italiana fra ‘800 e ‘900, catalogo di scrittrici italiane vissute di questi secoli, che le era valso il Premio Viareggio. Nel 2006 ha pubblicato Notte a Samarcanda, mentre un anno dopo, nel 2007 è stata nominata Commendatore della Repubblica Italiana.