Giuseppe Conte vs Gramellini: il leader del M5S ripreso per una gaffe su Matteotti, pronta la replica dello stesso ex presidente del consiglio
Giuseppe Conteha voluto rispondere a Gramellini e attraverso la propria pagina Instagram ha pubblicato un post in cui si legge: “Amici, oggi sono in prima pagina sul Corriere della Sera! Ma non illudetevi”, aggiunge l’ex premier precisando che non è stato messo nella home del quotidiano di via Solferino per le iniziative del Movimento 5 stelle contro l’autonomia differenziata o la mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina, ma per appunto il riferimento all’episodio dell’Anpi.
GIUSEPPE CONTE VS GRAMELLINI: “MI HA BOCCIATO IN STORIA”
A riguardo Giuseppe Conte spiega che “Gramellini sul primo giornale d’Italia riserva tutto lo spazio a sua disposizione per bocciarmi in storia, con una bacchettata sulle mani”. Il numero uno dei grillini ha quindi ricordato il suo intervento di scena lo scorso 1 luglio, in cui appunto è incappato in un palese lapsus ‘dicendo che “nel 2026 c’è stato qui a Bologna l’attentato a Matteotti, poi c’è stato lo scioglimento dei partiti’”.
Per Giuseppe Conte si è trattato semplicemente di una distrazione ma Gramellini ”ipereccitato dalla possibilità di riversarsi sulla tastiera e di puntarmi contro l’indice al fine di non farmi passare neppure “l’esame di terza media”, mi ha ricordato che del delitto Matteotti ‘quest’anno all’insaputa di Conte si commemora il centenario’”.
GIUSEPPE CONTE VS GRAMELLINI: “SI FACEVA TROPPA FATICA A…”
Conte ha quindi invitato l’editorialista del Corriere della Sera a rivedere il video del suo intervento a Bologna in cui ricordava proprio il centenario del delitto di Matteotti o eventualmente basta andare sul web e con una breve ricerca scoprire tutte le iniziative pubbliche a cui lo stesso ex presidente del consiglio ha preso parte negli ultimi mesi proprio per celebrare il delitto del noto antifascista. “Troppa fatica fare il giornalista con onestà e scrupolo professionale – attacca Conte – analizzare il video per intero e posare, in alcuni salottini, la bacchetta”.
E ancora: “Troppa fatica pretendere da un giornalista, di fronte a un evidente lapsus (“anno 2026”), lo sforzo di mettere insieme i vari indizi che pure io stesso avevo disseminato (“qui a Bologna”; “attentato” e non “delitto”; “poi c’è stato lo scioglimento dei partiti”), per pervenire alla conclusione a cui altri sono arrivati autonomamente, dimostrando onestà intellettuale ed elementare conoscenza della storia”, con riferimento all’attentato avvenuto proprio a Bologna ai danni di Benito Mussolini nel 1926.
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