Giuseppe De Donno
, direttore del reparto di Pneumologia e di Terapia Intensiva dell’ospedale di Mantova, sul quale da tempo sono accesi i riflettori per via della sua intuizione circa il plasma iperimmune, è tornato a parlare sulle colonne del quotidiano “La Verità”, aggiornando gli italiani sull’andamento della terapia con plasma convalescente, che “sta dando risultati molto promettenti, non soltanto a Mantova. Tutti i pazienti sottoposti al trattamento hanno un recupero fisico immediato. Il plasma del paziente convalescente, avendo un’importante capacità antivirale, riesce a negativizzare il tampone in oltre il 90% dei casi. Inoltre, l’analisi statistica del protocollo Mantova-Pavia evidenzia un incremento significativo della sopravvivenza: ogni 10 pazienti si riesce a salvare una vita“. Un dato indubbiamente interessante e che fa pensare a quanti morti in meno ci sarebbero stati in Italia se si fosse iniziato a utilizzare prima questo tipo di cura, che “viene ancora osservata con diffidenza in ambito accademico, poiché proveniente da un ospedale pubblico”.
GIUSEPPE DE DONNO: “PLASMA IPERIMMUNE EFFICACE (E COSTA POCO)“
Nel corso dell’intervista su “La Verità”, il professor Giuseppe De Donno ribadisce che il plasma iperimmune è quanto di più democratico esista, in quanto è dato dal popolo e torna al popolo, costa poco, funziona benissimo e non rende miliardario nessuno. Eppure, arrivare alle autorizzazioni circa il suo utilizzo non è stato così agevole: “Ho dovuto espormi in prima persona per riuscire a sdoganare questa terapia, rinunciando alla mia privacy, a cui, tra l’altro, ho sempre tenuto molto. Tutto questo non per animare il mio ego, ma per il bene del paziente e dare una speranza a questo Paese. Mai nessuno potrà cancellare dalla mia mente gli sguardi di terrore di chi moriva senza avere nessuno vicino. Anche questo mi ha dato la forza per combattere”. In riferimento allo studio pubblicato in Cina, secondo cui il plasma iperimmune avrebbe un’efficacia limitata per i malati Covid, De Donno sottolinea come esso presenti numerosi dati parziali e, inoltre, sia stato interrotto per assenza di casistica. Se tuttavia lo si analizza bene, esso dimostra che i pazienti gravi ma non gravissimi si giovano notevolmente di questo trattamento: si riducono sia la mortalità, sia i tempi di ricovero, sia i tempi di svezzamento dalla ventilazione meccanica.