Giuseppe Uva, oggi sentenza Cassazione/ Pg chiede nuovo processo per 8 imputati
Giuseppe Uva, oggi la sentenza della Corte di Cassazione: giudici riuniti in camera di consiglio. Il Pg ha chiesto un nuovo processo per 8 imputati, due carabinieri e sei poliziotti

Si attende la sentenza sul caso di Giuseppe Uva, il 43enne morto nel 2008 all’ospedale di Varese dopo essere stato fermato dalle forze dell’ordine e aver trascorso la notte in caserma. I giudici della Cassazione sono riuniti in camera di consiglio per il verdetto, che è atteso nella serata di oggi. Sul banco degli imputati ci sono sei poliziotti e due carabinieri, secondo cui non hanno mai fatto del male all’uomo e di aver seguito le procedure. Il pg della Cassazione Tomaso Epidendio va annullata la sentenza con rinvio. Lo ha dichiarato al termine della requisitoria nel corso dell’udienza alla V sezione penale in Corte di Cassazione. Si chiede quindi un nuovo processo per gli otto imputati, accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato. Erano stati assolti in primo grado e in appello «perché il fatto non sussiste». Ma lo scorso ottobre sono stati presentati due ricorsi: uno delle parti civili, l’altro della procura generale di Milano. La famiglia di Giuseppe Uva è convinta che la morte sia stata provocata dalle percosse e dalle manganellate inflitte all’uomo dagli agenti che lo tenevano in custodia.
GIUSEPPE UVA, OGGI SENTENZA CASSAZIONE: LA VICENDA
Per i giudici di primo grado e appello, invece, la condotta dei carabinieri e dei poliziotti è stata legittima. Giuseppe Uva per i giudici morì a causa di una patologia cardiaca e per lo stress visto che era stato fermato in stato di forte ebbrezza alcolica. La vicenda risale al 14 giugno 2008. Alcuni abitanti di via Dandolo, a Varese, allertarono i carabinieri perché due uomini, Giuseppe Uva e l’amico Alberto Biggiogero, stavano urlando e disturbando. I militari chiesero l’aiuto della polizia, che mandò due volanti, poi identificarono i due uomini e li portarono in caserma. Lì i due amici vennero separati e Biggiogero sentì le urla dell’amico. Chiamò il 118 spiegando che i carabinieri stavano picchiando l’amico, ma l’ambulanza venne rifiutata dalle forze dell’ordine. Poco dopo però gli stessi carabinieri chiamarono un medico. Il dottore provò a calmare il paziente, ma senza successo, e quindi venne richiesto un Tso. L’ambulanza arrivò all’ospedale di Varese, dove furono somministrati dei calmanti a Giuseppe Uva, che però alle 10 della mattina successiva morì.
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