Trump ha autorizzato segretamente l'impiego dei militari per contrastare i cartelli della droga: ecco cosa è emerso sul New York Times
Gli Stati Uniti e il presidente Donald Trump hanno dichiarato guerra ai cartelli di droga latinoamericani. E’ questo quanto riferisce in queste ore l’autorevole quotidiano americano New York Times, precisando che la direttiva sarebbe stata firmata segretamente ed esorterebbe il Pentagono ad utilizzare i militari pur di bloccare alcuni cartelli che la Casa Bianca ha equiparato a delle organizzazioni terroristiche.
Si tratta fino ad oggi della mossa più aggressiva compiuta dal tycoon newyorkese nella lotta alla droga e di fatto sottolinea come le forze dell’ordine abbiano fallito nel loro intento di frenare il flusso di fentanyl negli Stati Uniti nonché di altre droghe illegali. L’ordinanza prevede l’avvio di operazioni militari dirette sia in mare che su suolo straniero contro i cartelli, di conseguenza i funzionari militari stanno iniziando ad elaborare vari piani di azione per cercare di capire come perseguire i vari gruppi che controllano la droga, così come riferito da alcune fonti vicine alla vicenda, rimaste volutamente anonime.
Attenzione però, perchè non sarà semplice per Trump autorizzare l’uso militare in territorio straniero visto che bisognerà capire come eventuali crimini commessi saranno catalogati: uccidere degli eventuali sospettati per droga è legale oppure può essere classificato come omicidio? Di conseguenza in queste settimane i vari uffici legali della Casa Bianca, ma anche del Pentagono e del Dipartimento di Giustizia, avranno vagliato tutte le varie ipotesi di modo che gli eventuali interventi non suscitino delle problematiche e siano in linea con le leggi vigenti nei vari Paesi in cui si opererà, principalmente il Messico e gli stati dell’America Latina. Trump, da quando è tornato alla Casa Bianca, ha dichiarato guerra ai grandi spacciatori, e come detto sopra, ha deciso di equiparare i cartelli della droga ad organizzazioni terroristiche straniere.
GUERRA USA ALLA DROGA, LA BLACK LIST DEI CARTELLI
Sono state così inserite nella black list alcuni noti gruppi di latinos come Tren de Aragua, ma anche Mara Salvatrucha (nota anche come MS-13), ed altri gruppi stranieri, precisando che costituivano “una minaccia alla sicurezza nazionale che va oltre quella rappresentata dalla criminalità organizzata tradizionale”.
A questa lista sono stati aggiunti anche i venezuelani del Cartel de los Soles, o Cartello dei Soli, affermando che si tratta di criminali guidati direttamente dal presidente del Venezuela, Nicolas Maduro e a da altri funzionari della stessa amministrazione. Nel contempo Trump ha schierato la Guardia Nazionale nonché le truppe in servizio attivo lungo il confine sud-occidentale per bloccare droga e immigrati, oltre ad intensificare la sorveglianza, mentre giovedì i Dipartimenti di Giustizia e di Stato hanno annunciato che il compenso a chi porterà informazioni che permetteranno di arrestare Nicolas Maduro sarà di 50 milioni di dollari, quindi il doppio rispetto a quello precedente.
GUERRA USA ALLA DROGA, IL COMMENTO DI PAM BONDI E ANNA KELLY
Pam Bondi, a riguardo, ha spiegato che prima o poi Maduro verrà arrestato e dovrà pagare per i “suoi crimini spregevoli”, mentre la Casa Bianca, in merito all’impiego dei militari in Paesi stranieri, ha spiegato che la priorità di Trump è quella di proteggere gli Stati Uniti e vuole farlo anche con l’impiego militare, una scelta definita da Anna Kelly come “coraggiosa”.
La cosa certa è che l’impiego di militari contro i cartelli rappresenta una evidente escalation nel contrasto al narcotraffico, e mette le forze armate Usa in prima piena contro organizzazioni che sono pericolosissime, ben armate e nel contempo ricchissime. Il New York Times fa notare che ciò è successo già in passato ed ha spesso superato i limiti legali, ma le nuove operazioni autorizzate da Trump sarebbero comunque sempre di supporto alle forze dell’ordine. Non bisogna dimenticare ad esempio quanto fece nel 1989 l’allora presidente George Bush, che inviò ben 20.000 soldati a Panama per arrestare Manuel Noriega, accusato di traffico di droga. Fu un’azione duramente condannata dall’Assemblea generale delle nazioni unite, definendola come una “flagrante violazione del diritto internazionale”.
