Guerra in Ucraina, come funziona il piano di Vladimir Putin per il cessate il fuoco e cosa prevede la controproposta di Ue e Kiev su territori

Una “proposta radicale” per la tregua in Ucraina: così viene definito dal Wall Street Journal il piano del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha presentato all’amministrazione Trump, chiedendo importanti concessioni territoriali da parte di Kiev in cambio della tregua. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha già fatto sapere che il suo Paese non cederà il proprio territorio alla Russia e che va coinvolto nei negoziati per fermare la guerra. “Ogni decisione che non ci coinvolge è contro la pace e non porterà a nulla”, ha scritto in un post su X.



Diversi funzionari dell’Unione Europea guardano con sospetto alla proposta avanzata da Mosca, poiché essa prevede la cessione all’autorità russa dell’Ucraina orientale, cioè nel Donbas.

Ucraina, bombe russe su Kharkiv, maggio 2024 (Ansa)

Secondo le capitali europee e Kiev, l’iniziativa del Cremlino potrebbe rappresentare un espediente per eludere nuove misure punitive da parte di Washington — come sanzioni o tariffe — senza interrompere realmente il conflitto. Per l’allora presidente statunitense Donald Trump, pur non trattandosi di una svolta decisiva, l’offerta è comunque sufficiente a giustificare la convocazione di un vertice.



LE DUE FASI DEL PIANO RUSSO

Secondo alcune fonti, Vladimir Putin avrebbe confidato all’uomo d’affari Steve Witkoff di essere pronto a fermare le ostilità se Kiev accettasse di ritirare le proprie forze da tutta la parte orientale della regione di Donetsk. L’idea del Cremlino sembrerebbe puntare a un accordo di scambio territoriale con l’Ucraina, benché resti incerto quale zona verrebbe ceduta in contropartita a Kiev.

Le informazioni disponibili indicano che Mosca punterebbe a un’intesa di scambio territoriale con Kiev, anche se rimane incerto quale territorio verrebbe concesso in cambio all’Ucraina. Il piano avanzato da Mosca sarebbe suddiviso in due momenti distinti.



Nella fase iniziale, l’esercito ucraino lascerebbe la regione di Donetsk e le linee del fronte verrebbero congelate; in quella successiva, Putin e l’allora presidente statunitense Donald Trump dovrebbero definire un progetto di pace complessivo, da presentare poi al presidente Volodymyr Zelensky per la trattativa finale.

LA CONTROPROPOSTA DI UCRAINA ED EUROPA

Di fronte a questa proposta, l’Unione Europea e il governo ucraino hanno reagito formulando una propria strategia, concepita come “soglia invalicabile” per ogni eventuale negoziato con la Russia. Questo piano respinge l’idea di cedere porzioni della regione di Donetsk e richiede l’entrata in vigore di una tregua prima di altre misure.

In aggiunta, ogni cessione territoriale dovrebbe avvenire in modo bilaterale: nel momento in cui Kiev decidesse di ritirarsi da una determinata area, Mosca sarebbe tenuta a fare altrettanto in un’altra zona. Un aspetto chiave della posizione europea è che qualunque compromesso territoriale da parte dell’Ucraina venga garantito da misure di sicurezza, tra cui pure la possibilità di un’adesione alla NATO. Ad esempio, se Kiev cedesse interamente Donetsk, Mosca dovrebbe lasciare le aree occupate di Zaporizhzhia e Kherson.