Dossier del New York Times rivela il ruolo degli Usa nella guerra Ucraina: "Washington ha sfruttato il conflitto per indebolire la Russia"
Guerra Ucraina, il dossier del New York Times sul conflitto rivela la strategia degli Usa per indebolire il nemico russo e conquistare una rivincita sul territorio grazie al sostegno all’Ucraina. Un conflitto per procura di Washington contro Mosca, confermato, secondo l’inchiesta del quotidiano, anche dalle mosse del governo statunitense che approvò varie operazioni, non solo di invio di fondi e armi, proprio con lo scopo di proseguire l’attacco, impedendo anche qualsiasi possibilità di avviare un colloquio di pace.
La rivelazione principale, elaborata dopo anni di analisi delle trattative con Kiev e delle dichiarazioni dei funzionari di vari enti, sarebbe quindi quella di un coinvolgimento degli Stati Uniti, che va nettamente oltre il semplice supporto in termini di forniture con la partecipazione attiva dell’esercito americano e la Cia, che con l’occasione avrebbero anche sfruttato la possibilità di testare nuove tecnologie militari e mezzi direttamente sul campo. Una collaborazione che però è stata segnata anche dai contrasti, sia tra i due eserciti che interni di Kiev, che hanno poi portato al fallimento della controffensiva, approvata dall’amministrazione Biden e finanziata dai principali alleati occidentali.
Dossier New York Times su guerra Ucraina: “Usa coinvolti direttamente nel conflitto per indebolire la Russia”
Il dossier del New York Times sull’Ucraina rivela il ruolo degli Usa nella guerra contro la Russia e il coinvolgimento di tutti gli enti di difesa statunitensi che avevano lo scopo di portare avanti operazioni strategiche sempre più offensive pur di indebolire Mosca.
Come sottolinea il quotidiano, durante la lunga collaborazione, iniziata a febbraio 2022 e terminata con la netta inversione di rotta di Donald Trump, l’amministrazione Biden avrebbe programmato ed autorizzato attacchi, nonostante il disaccordo di alcuni alleati, arrivando ad un passo dallo scatenare una dura reazione di Putin, che poteva sfociare anche in un conflitto nucleare su larga scala.
Durante la partnership, il supporto di Washington non sarebbe stato quindi mai limitato alla fornitura di soldi, armi, competenze logistiche e di intelligence, ma volto a dare ordini e istruzioni precise sulle modalità di aggressione del nemico. Il piano però avrebbe iniziato a fallire, specialmente dopo la controffensiva, terminata senza raggiungere gli obiettivi, con un indebolimento totale delle forze ucraine, già provate dai contrasti interni culminati con la rimozione dell’ex capo delle forze armate Valery Zaluzhny da parte di Zelensky.