Hafize Gaye Erkan è la nuova governatrice della Banca centrale della Turchia. La scelta del presidente Recep Tayyip Erdogan è ricaduta sulla quarantatreenne, che sostituirà Sahap Kavcioglu e sarà la prima donna nel Paese a ricoprire questo importante ruolo. Il suo curriculum parla da sé.
Nata nel 1982, si è laureata alla Bogazici University in Turchia e ha conseguito un dottorato di ricerca operativa e ingegneria finanziaria a Princeton nel 2006. La scalata professionale è avvenuta proprio negli Stati Uniti. È qui che, come riportato da Il Sole 24 Ore, è stata per diversi anni amministratore delegato della First Republic Bank e Mananging director della banca di investimenti Goldman Sachs. Anche in questo caso si è trattato di un record. È stata infatti la prima donna con meno di 40 anni a ricoprire il ruolo di presidente o Ceo in uno dei cento istituti di credito americani più importanti. Adesso un nuovo incarico di peso, che la vedrà nell’economia e nella politica turca.
Hafize Gaye Erkan, chi è nuova governatrice di Banca centrale turca: le sue idee
Hafize Gaye Erkan, la nuova governatrice della Banca centrale della Turchia, è stata chiamata da Recep Tayyip Erdogan a sostituire Sahap Kavcioglu, che ha guidato il taglio dei tassi di interesse fortemente voluto dal presidente. Una mossa che ha portato al crollo della lira turca e ad un picco dell’inflazione. La donna adesso dovrà risolvere i problemi del Paese, tenendo conto del fatto che l’indipendenza dell’istituto finanziario negli ultimi tempi è stato azzerato. La sua elezione e quella di Mehmet Şimşek come Ministro delle Finanze hanno suscitato però delle speranze di cambiamento.
Un funzionario della Goldman Sachs ha affermato in una nota, secondo il Financial Times, che le nomine in questione “aumenta la probabilità che la politica monetaria si sposti verso una direzione più ortodossa”. Secondo quanto dichiarato da Selva Demiralp, professore di economia, a Reuters, invece, la governatrice “per guadagnare credibilità e ancorare le aspettative del mercato con una dose minima di rialzi dei tassi, deve assicurarsi che la preferenza per le politiche di bassi tassi di interesse sia sepolta per sempre nel passato”.