Rimosso dalla sua posizione dopo vari reclami per cattiva condotta, tra cui aver chiesto alla presunta vittima in che modo si fosse difesa da un tentativo di stupro: parliamo di un caso di stupro e del giudice John F. Russo Jr. che, come ha riportato il Capo della Giustizia Stuart Rabner lo scorso 26 maggio, è stato rimosso da qualunque processo ufficiale nello stato del New Jersey. Ha servito a Ocean County ma questo caso gli è stato fatale: la denuncia risale a quasi due anni fa, era l’agosto 2018 quando è stata presentata dal Comitato Consultivo per la condotta giudiziaria della Corte Suprema del New Jersey. Riguardava quattro casi di cattiva condotta, sia in aula che nel chiedere favori personali allo staff giudiziario.
Dunque andiamo con ordine: uno dei richiami riguarda il fatto che il giudice Russo abbia chiesto ad una donna in che modo avesse cercato di fermare un presunto tentativo di stupro. Tra le frasi usate, dopo il racconto dettagliato da parte della vittima, anche “ha cercato di bloccare le sue – di lei – parti del corpo?” e “ha chiuso le gambe?”. Rabner, come si legge su CNN, ha parlato di fiducia pubblica violata a parte del comportamento del giudice; “La sua cattiva condotta non solo ha minato l’integrità di diversi processi giudiziari, ma ha anche compromesso la sua integrità e quella giudiziaria”. Una mancanza di probità perché gli sia permesso di fare il giudice, questo il riassunto dell’intervento del capo della Giustizia.
LE ACCUSE AL GIUDICE RUSSO
Secondo l’ordine dei giudici, Russo ha sostenuto di voler semplicemente aiutare una testimone “demoralizzata” dall’interrogatorio incrociato, e di volerla “coinvolgere nuovamente nell’udienza”; Rabner però ha replicato che la ragazza aveva testimoniato in maniera chiara e, soprattutto, le grossolane domande del giudice non erano rilevanti. In più i commenti del giudice dopo l’udienza non sarebbero stati “né appropriati né raffinati”. C’è poi un altro reclamo per cattiva condotta: è sempre Rabner che spiega come sarebbero andate le cose, raccontando di un altro processo nel quale una donna era l’accusata in un caso di affidamento. Non essendosi presentata in aula, il giudice l’aveva chiamata avendo una conversazione di 9 minuti cercando di convocare la donna, che però non aveva risposto al telefono perdendo l’udienza.
La donna ha poi richiamato, e la telefonata è stata passata a Russo in aula. L’accusata avrebbe detto di non essersi presentata perché “davvero spaventata”, e allora il giudice le aveva chiesto l’indirizzo di casa perché potesse inviarle un ordine. Al che lei aveva risposto di non volerlo fare pensando ai figli, e così aveva consigliato di inviare l’ordine presso il suo avvocato. La risposta del giudice era stata “La troverà, signora. Tutti noi la troveremo”: Rabner ha giudicato questo commento come “inquietante”. Ma ci sono poi altri capi di accusa, che riguardano l’aver chiesto trattamenti di favore per il caso di custodia del figlio e il rifiuto di ricusarsi dal caso di sostegno sponsale del compagno di classe del liceo.