Negli scontri tra gang ed esercito regolare ad Haiti sono state uccise due suore: i miliziani di 'Vivre Ensemble' hanno conquistato Mirebalais
Continua – e forse addirittura peggiora sempre di più – la folle violenza delle gang ad Haiti che da tempo stanno mettendo a durissima prova il governo attualmente guidato da Alix Didier Fils-Aimé che gode di sempre meno consensi all’interno della popolazione per le difficoltà nel mantenere un pugno duro contro le bande armate, nel frattempo cresciute fino a diventare una sorta di piccolo esercito chiamato ‘Vivre Ensemble’: proprio quest’ultimo pochi giorni fa ha raggiunto la cittadina di Mirebalais alle porte di Port-au-Prince prendendone letteralmente il controllo nell’ennesima dimostrazione della sua potenza rispetto all’esercito regolare di Haiti.
Inutile dire che a pagare le spese maggiori della folle violenza ad Haiti sono – naturalmente – i civile e a Mirebalais ora controllata dalle gang le stime ufficiali parlano di almeno cinque civili rimasti coinvolti negli scontri a fuoco, tra i quali – conferma l’arcivescovo Max Leroy Me’sidor – ci sarebbero almeno due suore dell’Ordine di Santa Teresa, ovvero Evanette Onezaire e Jeanne Voltaire; mentre l’esercito regolare haitiano afferma di aver ucciso almeno una 30ina di membri di Vivre Ensemble, pur non riuscendo a riconquistare la città e a riportare l’ordine.
Cosa succede ad Haiti: la lotta contro le gang promessa dal governo si è trasformata in guerriglia cittadina
Insomma, ormai la violenza ad Haiti non risparmia neppure più i religiosi – e i casi di Mirebalais non sono certamente isolati – che nulla hanno a che fare con i giochi di potere e con le decisioni prese dal governo di Alix Didier Fils-Aimé: proprio quest’ultimo (e grosso modo l’origine dell’attuale conflitto che a tutta l’aria di essere una guerra civile) dal suo insediamento avrebbe promosso una dura battaglia contro il sempre più diffuso fenomeno delle gang.
Proprio dal punto di vista ritorsivo va vista la conquista da parte di Vivre Ensemble della città di Mirebalais, considerata uno snodo fondamentale per Haiti dato che – oltre a possedere l’unico ospedale universitario altamente specializzato ed attrezzato del paese – rappresenta un punto di passaggio fondamentale tra la Repubblica Domenicana e la costa settentrionale di Haiti; mentre l’Onu attualmente stima che per chiunque – cittadino o non – è pressoché impossibile lasciare o accedere alla capitale senza utilizzare un elicottero, il tutto con più di 4mila morti e 6mila sfollati nell’arco di appena sette mesi di scontri armati.