E’ già stato definito potente come Heartbleed, il bug che all’inizio di quest’anno ha fatto danni gravissimi. Ma secondo alcuni Shellshock è ancora peggio: a rischio infatti milioni di siti web sulla Rete. Il “bug” si troverebbe nella cosiddetta “shell”, da cui il nome, cioè quella parte del sistema operativo che permette agli utenti di interagire con il sistema stesso. In particolare, sistemi operativi di massa come Linux e Unix lasciando i sistemi aperti a possibili attacchi di hacker e di virus. L’azienda di sicurezza web, la Rapid7, lo ha definito su una scala da uno a dieci di gravità dieci. La differenza rispetto a Heartbleed è che gli utenti non dovranno correre da siti a sito a cambiare le loro password per impedire agli hacker di entrarvi, perché gli hacker stessi riusciranno a farlo aggirando le password. Come fermare il bug dunque? Dicono gli esperti che è compito di chi cura e mantiene i siti stessi, gli utenti potranno farci ben poco, anzi niente, e si consiglia dunque ai webmaster di correre subito ai ripari. C’è però una buona notizia, sempre secondo gli esperti: gli hacker non faranno grande uso di questo bug, non sarebbe nelle loro priorità.