Silvio Garattini su vaccino influenza: "Ho 92 anni ma non è ancora disponibile". Per il luminare è "preoccupante" il ritardo accumulato dalla Regione Lombardia
Tra i soggetti più fragili che aspettano il vaccino antinfluenzale c’è anche Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri. Intervistato dal Corriere della Sera, ha definito «molto preoccupante» il ritardo accumulato dalla Regione Lombardia nella somministrazione. Ai tempi del Covid, è ancor più importante, in quanto – come ricordato da Garattini – da una parte crea una «differenziazione fra malati di influenza e persone che sono invece colpite dal virus; dall’altra quattro nuovi studi internazionali ci dicono che campioni consistenti di over 60 vaccinati per l’influenza non sviluppa Covid-19 nel 15% dei casi». Ma a Garattini, così come a tanti anziani lombardi, tocca aspettare ancora. «Sono uno dei tanti cittadini anziani che sta aspettando il vaccino anti-influenzale ma il medico di famiglia mi dice che non è ancora disponibile, eppure ho 92 anni, dovrei vaccinarmi come del resto faccio ogni anno». Garattini non ne vuole proprio sapere di chiedere aiuto alle aziende farmaceutiche: «Non voglio farlo. Da cittadino voglio aspettare, come tutti, il mio turno in coda».
GARATTINI “VACCINO? BISOGNA RISPETTARE TEMPI ANNUNCIATI”
Il luminare Silvio Garattini ha affrontato anche un altro aspetto, più ampio e tutt’altro che secondario. Riguarda diritti e doveri legati ai vaccini. «Quando si lancia una campagna sanitaria bisogna essere in grado di rispettare i tempi annunciati. Altrimenti accade una cosa grave», ha dichiarato al Corriere della Sera. A cosa si riferisce? «Si deteriora la fiducia della popolazione negli amministratori; una diffidenza che proprio adesso, alle soglie del vaccino contro il Covid, non deve verificarsi». C’è poi un altro risvolto che riguarda tante persone che non possono aspettare a lungo per i vaccini stagionali, quindi stanno ricorrendo al privato. E quindi il professor Garattini “punge” la Regione Lombardia: «Le somministrazioni avrebbero già dovuto essere a disposizione delle categorie a rischio, malati, anziani e in generale gli over 60, oltre alle persone con altre patologie, da diverse settimane».
