Ci sono luoghi incantevoli in cui il tempo sembra essersi fermato e dove è possibile mettere radici e creare una nuova vita
L’Italia è il Paese dei borghi storici bellissimi, dagli scorci mozzafiato, dove storia e natura s’ incontrano e dove regna il silenzio, a causa dello spopolamento dei decenni passati
Da Nord a Sud dello Stivale, lontani dal caos e dal traffico delle città, tra le Alpi, gli Appennini e le colline, e nelle valli, esistono paesi di una bellezza mozzafiato, di cui i borghi raccontano di una vita che non c’è più. Proprio la mancanza della presenza umana rende questi luoghi come sospesi nel tempo, che lottano per sopravvivere all’inesorabile abbandono. Eppure, paradossalmente, è proprio in questi luoghi che si nasconde una delle opportunità più inaspettate del momento.
Gli affitti insostenibili delle grandi città, lo smog, la sovrappolazione vanno in contrasto con paeselli che sembrano usciti da quadri dipinti ad acquarello e che come tali rischiano di sbiadire fino a scomparire del tutto. I giovani se ne vanno, i servizi chiudono, le case restano vuote. Ma alcuni Comuni hanno deciso di reagire: l’unico modo per rinascere è offrire un incentivo a chi è disposto a piantare radici dove la vita è ancora autentica.
Sembra incredibile, ma ci posti in cui le amministrazioni locali ti pagano per andare a vivere. Il motivo è semplice: combattere lo spopolamento e ridare anima a comunità che rischiano di diventare solo una voce nei libri di storia.
I posti in cui poter mettere radici
Tra i bellissimi borghi d’Italia c’è Santa Severina, in Calabria. Arroccata su una collina e considerata uno dei borghi più belli d’Italia, questa cittadina con meno di 1.500 abitanti offre fino a 28.000 euro a chi si trasferisce o avvia un’attività sul posto. Una cifra notevole, pensata per attrarre nuove energie e garantire un futuro al territorio. Offerte simili arrivano anche da altri borghi calabresi come San Donato di Ninea, Civita, Caccuri e Aieta, dove l’apertura di un’impresa può essere il passaporto per ricevere lo stesso sostegno economico.
La Puglia non è da meno. Nel piccolo centro di Roseto Valfortore, in provincia di Foggia, il Comune stanzia 5.000 euro per chi decide di trasferirsi o avviare un’attività. A Candela, invece, è previsto un bonus che varia da 800 a 1.800 euro a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Non si tratta solo di soldi: è l’occasione per reinventarsi, per vivere in un luogo a misura d’uomo e contribuire alla rinascita di una comunità.
Anche il Nord offre sorprese. In Liguria, a Bormida (provincia di Savona), chi cambia vita e prende casa nel borgo riceve un incentivo di 2.000 euro. Il paesino conta appena 300 anime, ma è a un’ora da Genova e immerso in un contesto naturalistico spettacolare.
Oltre alle iniziative comunali, ci sono poi programmi regionali e provinciali altrettanto interessanti. In Trentino, per esempio, è in arrivo un maxi fondo destinato a 33 paesi a rischio spopolamento: fino a 100.000 euro a fondo perduto per chi ristruttura e acquista casa. In Molise, da sei anni, si offrono 700 euro al mese per tre anni a chi si trasferisce e apre un’attività in uno dei borghi “in via d’estinzione”.
Non mancano i contributi anche in Sardegna, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, con bonus che vanno da 15.000 a 40.000 euro, riservati a chi decide di costruirsi una nuova vita in borghi con meno di 3.000 abitanti, spesso montani e carichi di storia.
Alla fine, queste iniziative non sono solo una risposta allo spopolamento: rappresentano un invito a cambiare prospettiva, a scegliere la qualità della vita, a riscoprire il valore delle relazioni e del tempo. E magari, proprio dove non avresti mai pensato di andare, trovare finalmente casa