Il Kazakistan entra a far parte dei paesi che hanno sottoscritto gli Accordi di Abramo, Trump annuncia la firma dopo l'incontro alla Casa Bianca

Il Kazakistan ha aderito agli Accordi di Abramo, l’anticipazione è stata data da Trump che ha annunciato l’ampliamento dei paesi che hanno siglato il patto per normalizzare i rapporti con Israele con il primo nuovo firmatario dall’inizio del secondo mandato, al quale seguiranno altri. Al momento quindi rientrano nella dichiarazione di cooperazione e pace promossa dagli Stati Uniti nel 2020 per aumentare la cooperazione commerciale, diplomatica e tecnologica con i paesi arabi e musulmani: Emirati Arabi, Bahrein, Marocco e Sudan.



L’ingresso del Kazakistan, anche se non rappresenta una sorpresa visto che le relazioni con il governo israeliano non erano mai state formalmente interrotte, è comunque una svolta simbolica perchè di fatto rilancia il progetto di una stabilizzazione più ampia che apre la strada a nuove intese nella regione ma soprattutto offre un’altra occasione a Trump per dimostrare la volontà di promuovere la pace attraverso il dialogo diplomatico   e la “costruzione di ponti in tutto il mondo” come ha specificato anche nel post su Truth che confermava la decisione avvenuta dopo una telefonata tra Netanyahu e il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, che era proprio ieri in visita a Washington.



Trump e Netanyahu alla Knesset (Foto: ANSA)

Kazakistan firma l’adesione agli Accordi di Abramo, l’annuncio di Trump dopo il summit alla Casa Bianca

Donald Trump ha annunciato l’apliamento dei paesi che hanno aderito agli Accordi di Abramo dopo la conferma dell’ingresso del Kazakistan. Il paese che formalmente non aveva mai interrotto le relazioni diplomatiche con Israele fin dal 1992, è ora di fatto membro del gruppo che ha siglato il patto per rafforzare la cooperazione sul piano strategico, in particolare nei settori di energia difesa e sicurezza e questo potrebbe essere il primo passo verso uno sviluppo ancora più esteso.



Gli incontri avvenuti mercoledì scorso alla Casa Bianca con i rappresentanti dei paesi dell’ex unione sovietica dell’Asia Centrale, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakistan, hanno già dato i primi risultati con alcuni contratti stipulati per importanti risorse come le terre rare ma non solo. Trump infatti sta portando avanti una strategia geopolitica ben precisa, per aumentare l’influenza degli Stati Uniti sui paesi che sono storici partner di Russia e Cina, e contemporaneamente trovare un equilibrio nella regione mediorientale con l’obiettivo futuro di riuscire ad includere negli accordi anche l’Arabia Saudita.