“Il vino è dannoso come le sigarette”: allarme OMS/ “Riduciamo il consumo del 10%”

- Josephine Carinci

Il vino sarebbe dannoso come le sigarette a detta dell'OMS: l'organizzazione mondiale della sanità vorrebbe ridurre il consumo del 10%

vino rosso c Vino rosso

Il vino da sempre arricchisce le tavole italiane imbandite di cibo, facendo compagnia in pranzi, cene ma anche in occasione di un aperitivo o di un’uscita serale. Eppure, secondo l’OMS, il vino sarebbe dannoso per la salute come le sigarette. Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha intenzione di portare avanti una campagna che andrebbe a riduzione del 10% il consumo di questa bevanda.

A darne notizia è stata direttamente l’Oms. Secondo il rapporto pubblicato, il vino sarebbe dannoso allo stesso livello delle sigarette, che ormai da anni sono state additate come dannose e dunque messe al bando. Il consumo di alcol, però, è in crescendo e dunque l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale si è ora rivolta proprio nei confronti del vino stesso. Il documento approvato si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy e per questo motivo desterebbe non pochi sospetti anche nelle associazioni di settore.

L’allarme dell’Associazione italiana vini

Come riporta l’Associazione italiana vini, “le linee guida, accolte integralmente e senza opposizioni, prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità d’azione, con l’obiettivo di riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025”. La denuncia dell’Oms potrebbe ora mettere seriamente in crisi un settore che in Italia fattura tantissimo e che rende la penisola appetibile dal punto di vista del Tourism food. Il settore del vino infatti fattura sette miliardi di euro e dà lavoro a circa 1,2 milioni di persone, come spiega i-Dome.

La scadenza entro la quale si vuole raggiungere tale obiettivo è fissata per il 2025, una data molto vicina che non darebbe neppure modo alle aziende di organizzarsi. L’Unione italiana vini ha proseguito parlando dell’idea dell’OMS come “Una misura che equivale a una scure sul mondo del vino e che segna l’inizio di una nuova ondata proibizionista per un settore del made in Italy che vanta un export di oltre 7 miliardi di euro e occupa 1,2 milioni di persone in Italia”.





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