Quando nel 2000, anno giubilare, i miei superiori decisero di affidarmi l’incarico di rettore del Liceo Scientifico Luzzago di Brescia, non avrei mai immaginato di intraprendere un vero e proprio cammino di fede, guidato e accompagnato dalla continua presenza di una provvidenza “sfacciata” (così l’aveva definita un saggio frate “questuante” all’epoca del mio noviziato).
Tutto è iniziato nel gennaio del 2001 quando, subito dopo gli scrutini del primo quadrimestre, improvvisamente è venuto a mancare il nostro insegnante di Scienze. Nel giugno dello stesso anno la ricerca del sostituto mi ha portato a conoscere Ersilia, curriculum sobrio ed essenziale: «sono laureata in … e ho insegnato nel …», senza troppi fronzoli. Dal vivo, poi, è emersa un’irresistibile passione all’insegnamento e una strana richiesta: «poiché appartengo al movimento di Comunione e Liberazione, condizione essenziale per accettare l’incarico è la disponibilità della Direzione ad acconsentire la mia partecipazione agli esercizi spirituali». Da francescano partecipante alle annuali settimane di esercizi non ho esitato a confermare totale disponibilità alla inusuale richiesta. Se non che a due giorni dal primo Collegio docenti di settembre, mentre mi trovavo in Basilicata per un matrimonio, Ersilia mi chiama comunicandomi l’insperata nomina statale aggiungendo: «anche se sono la persona meno affidabile (le ho appena dato un bidone) le comunico il nominativo di un mio amico, abilitato, e in cerca di lavoro». La stima che Ersilia si era conquistata nei nostri colloqui unita ad una disperata necessità mi fecero chiamare Walter con l’invito a presentarsi mezz’ora prima dell’inizio del Collegio docenti per firmare il contratto e per poi conoscerci.
Così è iniziata un’amicizia che non ha ancora cessato di stupirmi. Nel mese di novembre avevamo già allestito la mostra scientifica “Una terra per l’uomo” e solo l’anno successivo ospitavamo nel nostro Istituto ben tre Scuole di comunità. Ma soprattutto iniziava la collaborazione con la Cooperativa Laser, ente di formazione della Compagnia delle Opere di Brescia, attraverso l’affitto dei locali della nostra “dismessa” Scuola media. Fu così che conobbi anche Giacomo, presidente della Cooperativa e attuale Preside del nostro Liceo. L’elenco delle “meraviglie” alle quali abbiamo assistito, in questi anni, è davvero lungo. Il nostro Liceo diagnosticato come “terminale” ha visto raddoppiare gli iscritti a tal punto che, recentemente, abbiamo acquistato una nuova porzione d immobile (grazie anche ad un contributo della Fondazione Cariplo) per la realizzazione di nuove aule, di tre laboratori di eccellenza e un library caffè.
Il Convitto (140 camere singole con bagno) che aveva cessato la sua attività per gli studenti convittori già negli ani ’70 e si era trasformato in un pensionato per lavoratori vedeva l’effettivo utilizzo di una sessantina di camere. Ricordo che un pomeriggio del 2003, sedendomi alla mia scrivania, dopo un sopraluogo all’ultimo piano (trenta camere), avendone constatato l’inutilizzo, mi raggiungeva la telefonata di Giacomo informandomi che l’Università cercava trenta posti letto per studenti universitari. Ad oggi ospitiamo 80 studenti della Statale, 25 della Cattolica, 30 lavoratori e abbiamo la lista d’attesa per il prossimo anno.
Ben aveva osservato Graziano, quando cominciò questa amicizia: «Don Giussani affermava sempre che quando due carismi si incontrano veramente ne escono entrambi arricchiti». È proprio questo che voglio testimoniare. Il miracolo non consiste nel fatto che adesso le opere funzionano, rispondono ad un bisogno e siamo in crescita. Ma nel fatto che questa “storia” è servita innanzitutto a me e alla mia vocazione francescana. Divenuto rettore tutto per me era un problema ed avevo paura: gli insegnanti erano un problema, gli alunni altrettanto, per non parlare delle famiglie, di cui avevo realmente paura. L’incontro con il movimento mi ha “educato” lentamente a guardare le persone, le circostanze come un’opportunità per me. Nel volto dei miei collaboratori e amici ho scoperto la passione per l’educazione che altro non è che la passione per il destino di ogni uomo, la stessa passione che 800 anni fa ha mosso s. Francesco. Credo sinceramente di esser passato dalla paura all’affezione, scoprendomi libero e felice di appartenere a Cristo.
Padre Francesco Ielpo, rettore del Liceo Scientifico Luzzago di Brescia