Nel secondo trimestre 2014, l’indice degli ordini di macchine utensili ha fatto registrare un incremento del 14,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge da uno studio elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre. In particolare, l’indice degli ordini interni è cresciuto del 38,2%, per un valore assoluto pari a 91,2, sostenuto dall’introduzione della Nuova Legge Sabatini. Questo risultato, ha commentato il presidente Ucimu Luigi Galdabini, “è certamente positivo perché conferma l’inversione di tendenza già rilevata nel trimestre precedente. Occorre però considerare che l’incremento appare deciso poiché si confronta con il 2013, anno tra i peggiori per l’industria italiana di comparto”. La nuova Legge Sabatini, operativa dal marzo scorso, “ha finora permesso finanziamenti agevolati per 1,5 miliardi di euro di investimenti in beni strumentali – ha aggiunto Galdabini – D’altra parte ci aspettiamo che la prossima edizione di BI-MU, la biennale in programma il prossimo ottobre a Fiera Milano, dia ulteriore impulso agli acquisti da parte degli utilizzatori italiani”. Per quanto riguarda il fronte estero, l’indice degli ordini è cresciuto dell’11,5%, per un valore assoluto pari a 96,6, confermando così la ripresa dei consumi di macchine utensili italiane nei principali mercati stranieri, già rilevata, dopo l’arretramento del 2013, dai dati di export relativi al primo trimestre 2014 (+2,1%). Secondo l’elaborazione Ucimu sui dati Istat, sono i paesi dell’Ue a essere particolarmente attivi: crescono, infatti, le vendite in Germania (+17,6%), Francia (+30,2%), Polonia (+0,8%), Gran Bretagna (+42%) e Spagna (+12,9%), mentre risultano in flessione quelle in Cina (-16,3%), Stati Uniti (-11%), Russia (-5,8%), India (-35,3%), Brasile (-37,8%) e Turchia (-7,5%). “Consapevoli delle difficoltà in cui versa il paese e della scarsa disponibilità di risorse, – ha concluso Galdabini – gli imprenditori della macchina utensile non possono non riconoscere il valore di alcuni provvedimenti adottati dalle autorità di governo. Quanto fatto in materia di riduzione del cuneo fiscale è certamente apprezzabile ma occorre intervenire in modo più deciso affinché le imprese italiane continuino a lavorare in Italia e il paese divenga sempre più ospitale anche per i player stranieri la cui presenza non può che generare nuova ricchezza. In particolare insistiamo nel riproporre l’introduzione dell’abbattimento dell’Irap attraverso una riduzione della base imponibile, per la sola parte relativa al costo del lavoro, per una quota pari al rapporto export/produzione generata dall’azienda, in modo da stimolare le imprese a impegnarsi sempre più nell’attività di internazionalizzazione”.