Non c'è alcuna condotta criminale nei pagamenti effettuati negli ultimi sei anni dallo stato del Vaticano all'Australia: il comunicato dell'Afp
Non ci sono irregolarità, ma soprattutto, non vi è alcuna azione criminale, nei pagamenti giunti in Australia dallo Stato Vaticano. A spiegarlo senza troppi giri di parole è l’AFP, l’Australian Federal Police. Nelle scorse ore la polizia australiana ha diffuso un breve comunicato in cui si legge: “L’AFP ha completato l’analisi delle informazioni finanziarie fornite dall’AUSTRAC in relazione ai pagamenti dal Vaticano all’Australia. Finora non è stata identificata alcuna condotta criminale. Se l’AFP riceverà ulteriori informazioni da partner australiani o internazionali, queste saranno riviste di conseguenza”.
Come sottolinea il sito Vaticannews.it, lo scorso 13 gennaio l’Austrac, l’Australian Transaction Reports and Analysis Centre, il centro che controlla i flussi di denaro che entrano ed escono dalla nazione dei canguri, aveva fatto sapere attraverso il sito del quotidiano “The Australian”, di aver sovrastimato in maniera massiccia lo scambio di denaro fra lo stato del Vaticano e appunto quello australiano.
AUSTRALIA, VATICANO: PAGAMENTI OK. 6 MILIONI DI EURO IN SEI ANNI
Stando a quanto spiegava l’Austrac a fine dell’anno scorso, 2020, il Vaticano aveva inviato in Australia 2.3 miliardi di dollari australiani (al cambio circa 1.4 miliardi di euro), negli ultimi sei anni, per un totale di 47.000 differenti transazioni in 72 mesi. La cifra aveva fatto però storcere il naso a molti, sia per l’ammontante ingente, più di un miliardo di euro, quanto per il numero elevatissimo di transazioni, in quanto era stata segnalata una media di 652 movimentazioni al mese, più di 20 al giorno. Negli scorsi giorni l’Austrac aveva quindi emanato un nuovo comunicato, sottolineando come le transazioni effettuate negli ultimi sei anni dallo stato della Chiesa siano state in realtà 362 per un ammontare pari a 6 milioni di euro, una cifra decisamente più credibile. Una somma, come aveva fatto sapere la Santa Sede “riconducibile, tra l’altro, ad alcuni obblighi contrattuali e all’ordinaria gestione delle proprie risorse”. Ora la nota della polizia che sembra spazzare via ogni dubbio.
