Dal prossimo anno in Cina gli asili nido saranno gratuiti: il Partito comunista vuole potenziare l'istruzione e invertire la crisi demografica
È stato presentato in queste ore in Cina un documento che contiene una serie di importanti riflessioni sul sistema scolastico, avanzando anche la proposta di rendere gli asili nido gratuiti su tutto il territorio nazionale: a firmare il documento è stato il Consiglio di Stato di Pechino che indica nel potenziamento dell’istruzione uno dei capisaldi futuri dell’azione del Partito comunista; adducendo quella che – almeno apparentemente – ha l’aria di essere una scusa per evitare di citare apertamente la crisi demografica.
Procedendo per ordine, il punto più importante e interessante del documento è proprio quello che si parla dell’estensione della gratuità scolastica anche agli asili nido della Cina: l’idea sembra essere piaciuta al Partito che ha immediatamente deciso di adottarla a partire dal prossimo anno scolastico, rendendo di fatto l’intero arco degli studi obbligatori – esattamente come in Italia – completamente gratuito.
In Cina, infatti, il governo garantisce che fino ai 15 anni chiunque possa (e debba) avere la possibilità di frequentare la scuola senza limiti dettati dalla propria condizione economico; e mentre l’accesso ai licei e ai gradi di istruzione superiori alla – per così dire – “scuola media” è normato di rigidissimi test di ingresso, lo stesso accade anche nelle università che – non a caso – registrano scarse percentuali di iscrizione.
La Cina potenzia il sistema scolastico: la doppia strategia di Pechino tra obbiettivi economici e demografici
Oltre a rendere gli asili nido gratuiti, la Cina mira anche a potenziare gli altri gradi di istruzione (obbligatoria e non) con un piano che avrà la durata complessiva di tre anni: tra i punti, si parla di un potenziamento delle scuole superiori per aumentare i posti disponibili, di una generale riforma dell’istruzioni e – tra le altre cose – di un piano che ricorda (pur da lontano) quello nostrano sugli istituti professionali che collaboreranno con le imprese locali per permettere un più semplice accesso al mondo del lavoro per gli studenti al termine del loro percorso accademico.
Come dicevamo in apertura, l’obbiettivo ufficialmente dichiarato dalla Cina è quello di investire maggiori risorse nell’istruzione a beneficio dell’intero sistema economico e del futuro lavorativo degli studenti, abbattendo – specie con gli asilo nido gratuiti – i costi a carico delle famiglie; mentre a ben guardare, se aggiungiamo anche quel contributo da 420 euro per ogni figlio inferiore ai 3 anni, sembra essere una possibile strategia per invertire la crisi demografica che da qui ai prossimi 50 anni rischia di ridurre la popolazione di circa 600 milioni di unità, ai minimi storici.
