IL PARTITO “INSIEME” MINACCIA: “FIRME DIGITALI O INVALIDIAMO LE ELEZIONI”
«O si avranno le firme digitale o siamo pronti a invalidare le Elezioni del 25 settembre 2022»: la minaccia-ultimatum arriva dal partito di centro “Insieme-Lavoro e famiglia, solidarietà e pace” a ridosso delle scadenze che in agosto porteranno tutti i partiti (o quasi) al Viminale per la presentazione di simboli e liste in vista del voto anticipato ad inizio autunno. Dopo l’appello presentato al Governo dall’Associazione Luca Coscioni con il tesoriere Marco Cappato, ora è il partito centrista a tuonare per le novità approvate dall’esecutivo nel Decreto Elezioni di fine maggio, con combinato disposto alla particolare situazione politica creatasi dopo lo scioglimento delle Camere. All’Adnkronos Giancarlo Infante, della segreteria nazionale del Partito di centro Insieme, è netto: «Il numero di firme richieste per presentare nuove formazioni politiche è spropositato e non ha paragone con gli altri paesi europei ed è grave il colpo di mano notte tempo con cui a fine dicembre è stato bocciato l’emendamento sulla firma digitale per la presentazione delle liste elettorali. Noi non escludiamo di procedere ad una raccolta di firme digitali, ammessa dalla Cassazione per il referendum, anche se potrebbero non venirci riconosciute. In tal caso stiamo studiando la possibilità di arrivare alla Corte europea ed invalidare le elezioni».
La Consulta già nel passato ha più volte riconosciuto «l’iniquità delle leggi elettorali», ribadisce il rappresentante di “Insieme” denunciando la situazione creatasi dopo l’indizione del voto per il prossimo 25 settembre prossimo, con scadenza il 14 agosto per la presentazione dei simboli e il 22 agosto per le firme necessarie: «Si continua ad andare avanti perché nessuno si ribella ad un sistema che, continuando a perpetuare se stesso, fa crescere l’astensionismo. Dove sta scritto che i partiti già presenti in Parlamento – domanda provocatoriamente Infante – non debbano guadagnarsi una riconferma del loro diritto a correre alle elezioni raccogliendo firme come fanno i new entry?». Il riferimento è al particolare regolamento approvato di recente: la raccolta firme è necessarie per tutti quei simboli che non hanno avuto rappresentanza in Parlamento nell’ultima Legislatura, o che non hanno ottenuto una deroga dall’ultimo Decreto Elezioni come le liste di LeU, +Europa, Noi con l’Italia e Italia Viva. Si assistono in questi giorni diversi accordi elettorali per provare ad ovviare a tale scenario, evitando il reperimento di ben 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato: Centro Democratico fornirà l’appoggio al partito di Di Maio (Insieme per il futuro), lo stesso dovrebbe fare Renzi con la lista modificata in “Italia Viva-Italia c’è” per consentire al partito di Falasca di non raccogliere le firme.
ELEZIONI ANNULLATE, PUÒ AVVENIRE? ECCO PERCHÈ NO (TRANNE IN UN CASO)
La richiesta di Cappato e di diversi altri responsabili elettorali per piccole liste intenzionati a presentarsi alle Elezioni Politiche è semplice: poter usufruire delle firme digitali, come già avvenuto negli ultimi Referendum, in modo da evitare la raccolta di firme a mano (da autenticare da pubblico ufficiale sul posto) in pieno agosto con le città semi-vuote. Ciò che tanto Cappato quanto Insieme denunciano è che le piccole liste in questo modo rischiano di rimanere fuori dalla contesa: «Noi – annuncia Giancarlo Infante – su tutte queste cose abbiamo intenzione di fare passi adeguati in sedi nazionali fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Perché siamo di fronte ad una democrazia malata, che vuole impedire quei cambiamenti che gli elettori con il loro astensionismo dicono che ci devono essere. Addirittura adesso, puntando alle elezioni ad agosto, subiamo una operazione che favorisce solo i gruppi organizzati, proprio quelli che hanno mostrato incapacità a governare».
Le piccole liste denunciano i grandi partiti di aver “studiato” bene la situazione per poterne approfittare: «si andrà avanti ma solo fino a quando la Corte costituzionale non cancellerà definitivamente le leggi inique che regolano la politica italiana, arrivando addirittura fino a sancire la nullità di elezioni non regolari alla luce della profonda insoddisfazione degli italiani», conclude Infante. Il punto è se possa esistere per legge la possibilità che realmente le Elezioni possano essere annullate prima o pure dopo il 25 settembre: in linea teorica, non essendoci un vincolo sul quorum nelle Elezioni Politiche, l’unica vera possibilità per rendere nullo il voto è la pronuncia della Corte Costituzionale. Storicamente però, anche qualora – anni dopo il voto – la Consulta si è pronunciata contro un particolare sistema elettorale, non è mai arrivato ad annullare in forma postuma il voto di milioni di cittadini italiani. E dunque l’impressione è che o si arriverà ad un accordo sulle firme digitali nei prossimi giorni, oppure anche gli eventuali ricorsi dei piccoli partiti potrebbero risolversi in un nulla di fatto in termini legali.