Il messaggio di Trump a Xi Jinping dopo la maxi-parata: “voi con Russia e Nord Corea cospirate contro gli USA”. Le repliche e gli scenari in Ucraina

LA DELUSIONE DI TRUMP E LA PARATA DI XI-MAO

«Cordiali saluti a chi sta cospirando contro l’America»: suona così il messaggio scritto su Truth dal Presidente USA Donald Trump nella serata di ieri, indirizzato al leader cinese Xi Jinping nel giorno della grande parata militare in Piazza Tienanmen per l’anniversario della guerra contro il Giappone. Una potenza di propaganda e di immagine impressionante, con il Presidente della Cina vestito (e atteggiato) come Mao davanti ai “fidi scudieri”, i leader alleati di Russia e Corea del Nord.



È ironico, ma fino ad un certo punto Trump nel ringraziare il grande Stato cinese e chiedendo di poter salutare gli ospiti presenti con Xi, il leader della Nord Corea Kim Jong-un ma soprattutto il Presidente russo Vladimir Putin, che appena poche ore prima in una intervista tv aveva identificato come una «grande delusione» per non aver ancora portato a termine gli accordi in Alaska sulla pace in Ucraina.



Vertice Russia-Cina, Vladimir Putin con Xi Jinping (ANSA-EPA 2025)

Rispondendo a tono alle accuse di cospirazione lanciate da Trump è oggi il Cremlino con il consiglierei di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov, alla Tass: «nessuno dei tre leader ha mai cospirato o pensato di farlo contro gli Stati Uniti», c’è sicuramente ironia nelle parole id Trump, ma «tranquillizziamo tutti, non stanno tramando nulla».

LO SCONTRO TRA ORDINI MONDIALI: COSA STA SUCCEDENDO

Intervistato prima dell’annuncio sulla difesa ieri alla Casa Bianca, Trump ha sottolineato di essere per l’appunto «molto deluso dal Presidente Putin, avevamo un ottimo rapporto ma ora sono deluso». Secondo quanto poi confermato anche da alcuni membri diretti del Gabinetto USA, l’America starebbe preparando nuove sanzioni contro la Russia visto che il Cremlino non ha rispettato l’ultimatum sull’Ucraina.



Donald Trump, Presidente USA alla Casa Bianca; sullo sfondo Ronald Reagan (ANSA-EPA 2025)

Il mondo deve poter scegliere tra pace e guerra, «nessun bullo potrà intimidirci»: le parole di Xi Jinping durante la parata di ieri, seppur senza riferimento diretto, sembrano nettamente rivolte alla Casa Bianca, con in più la prova di forza di una Cina che si dice «inarrestabile e causa di pace per l’intera umanità».

Davanti però alla possibilità di intervenire circa una mediazione per la fine della guerra in Ucraina, ecco che le parole di Xi Jinping sembrano del tutto spegnere qualsivoglia minima speranza di collaborazione: «se possiamo fare qualcosa per aiutare la Russia lo faremo, è un dovere fraterno». Uno scontro insomma sempre più ampio tra due ordini mondiali distinti, emerso con chiarezza dopo l’ultimo vertice SCO e dopo la parata in stile Mao messa in campo dal “caro leader Xi” con a fianco la Russia di Putin e la Corea di Kim, senza dimentica l’India di Modi.

LA GUERRA IN UCRAINA NON SI FERMA: OGGI E DOMANI SI RIUNISCONO I VOLENTEROSI UE CON ZELENSKY

Non ottime notizie insomma all’orizzonte, né per la guerra in Ucraina né ancor peggio per il confronto-scontro che Occidente e Oriente potrebbero potenzialmente mettere in campo nei prossimi anni: l’alleanza stretta fra Russia e Cina preoccupa sì, ma per Trump resta comunque quello americano l’esercito più forte al mondo e contro cui nessuno oserebbe schierarsi. Di certo resta l’amarezza per non vedere a frutto gli sforzi diplomatici messi in campo nelle scorse settimane, specie sul fronte di un negoziato diretto fra Putin e Zelensky: «questa guerra deve finire, 7mila morti anche la settimana scorsa».

Sebbene Pechino sembra essere molto più in intesa con Mosca rispetto a Washington, il Presidente americano si dice comunque sicuro che anche la stessa Cina ha bisogno degli Stato Uniti e dell’Occidente, molto più di quanto «noi abbiamo bisogno di loro». Resta comunque lo stallo sulla tregua, con la guerra che continua e con le posizioni che si cristallizzando. Oggi a Parigi arriva il Presidente ucraino Zelensky assieme al Premier UK Starmer, in programma la cena di lavoro che preparerà la riunione con gli altri “volenterosi” in arrivo domani.

La video call dei volenterosi UE: Macron, Von der Leyen e Zelensky (ANSA-EPA 2025)

Ancora non è chiaro che v sarà un confronto in presenza con tutti i protagonisti del recente viaggio alla Casa Bianca, con Meloni e Merz che attendono di capire gli sviluppi dei colloqui tra Macron e Zelensky prima di prendere una decisione sul viaggio diretto o sulla riunione in videoconferenza: resta la distanza però sulle posizioni per la famose garanzie di sicurezza all’Ucraina, specie ora che l’asse Russia-Cina-Nord Corea sembra dare nuova linfa a Putin.

Francia e Regno Unito insistono, così come la presidente della Commissione UE Von der Leyen, all’invio di soldati occidentali a Kiev come deterrenza, trovando però la ferma opposizione di Berlino e dello stesso Governo Meloni. Tra oggi e domani si torna comunque a parlare di riarmo e piani di sicurezza, ma un punto di contatto comune sembra ancora piuttosto lontano.