La Difesa di Israele dà via libera al piano militare su Gaza City mentre Smotrich approva l'insediamento nel mezzo della Cisgiordania: tutti gli scenari
ISRAELE APPROVA IL PIANO DI INSEDIAMENTO CHE “SPACCA” LA CISGIORDANIA: COSA STA SUCCEDENDO E QUALI RISCHI
Mentre è ancora attesa la risposta di Israele alla possibile tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza, proposta dal Qatar e approvata da Hamas, sono due le azioni di queste ore che rischiano di ridurre drasticamente le velocità di una pacificazione imminente in Medio Oriente: in entrambi i casi sono due atti approvati dal Governo Netanyahu a far discutere l’intera comunità internazionale, dal via libera militare all’occupazione di Gaza City fino all’insediamento israeliano che potrebbe dividere in due la Cisgiordania.
Partendo da quest’ultimo, la svolta arriva dal Ministro delle Finanze – nonché esponente della destra radicale israeliana – Bezalel Smotrich che ha annunciato l’approvazione di un insediamento chiamato E1 nella West Bank palestinese: secondo quanto sottolineato dallo stesso ministro, la Cisgiordania verrà così divisa in due praticamente, «impedendo qualsiasi realizzazione dello Stato unito di Palestina».
L’Alta Commissione dell’Amministrazione civile, su proposta di Smotrich, ha di fatto approvato il progetto molto contestato di costruire circa 3400 unità abitative nell’area E1 presente tra Maale Adumim e Gerusalemme Est: un’area di 12 km quadrati che è considerata una delle più delicate e complicate dell’intera Cisgiordania. Ogni insediamento costruito, afferma il titolare delle Finanze, «è un chiodo sulla bara dell’idea pericolosa dello Stato palestinese».
PIANO MILITARE A GAZA CON L’APPROVAZIONE DELLA DIFESA. INTANTO NETANYAHU REPLICA ALLE ACCUSE DI MACRON
Il piano sulla Cisgiordania, se verrà messo effettivamente in pratica nei prossimi mesi, potrebbe aumentare e non poco le tensioni già altissime in Cisgiordania dove da anni ormai i coloni israeliani avanzano con la presa di territori e insediamenti da Nord a Sud: nel frattempo, sul piano originario di occupazione di Gaza City che tiene in apprensione l’intera comunità internazionale, stamane è giunto l’ultimo via libera dell’IDF con il Ministero della Difesa guidato da Israel Katz.
Insieme ai vari ufficiali delle forze di difesa, lo Stato di Israele mette a punto l’offensiva che scatterà nei prossimi 2 mesi dopo l’avvenuta evacuazione di circa 1 milione di civili all’interno di Gaza City: con il nome “Carri di Gedeone II” – lo stesso nome della missione avviata l’8 ottobre 2023 contro Hamas – lo Stato ebraico si prepara all’occupazione al 100% della Striscia, chiudendo la guerra con lo sradicamento della cellula islamista palestinese. Con il piano iDF è stato anche approvato il progetto umanitario per sfollare i vari civili da Gaza City verso il sud della Striscia, con il richiamo ci Rica 60mila unità tra i riservisti di Israele.
Nel mezzo del caos sui prossimi progetti israeliani, si alza il tono anche della diplomazia internazionale dopo l’ultimo scontro con la Francia di Macron: in una lettera pubblica il Premier Netanyahu risponde alle forti critiche dell’Eliseo circa l’atteggiamento tenuto su Gaza e sul fronte umanitario con la fame che spadroneggia ormai tra i civili nella Striscia.
«Macron alimenta il fuoco antisemita, incoraggia chi minaccia gli ebrei francesi», attacca il Primo Ministro da Tel Aviv, sottolineando come il riconoscimento della Palestina auspicato dalla Francia (e previsto per il prossimo vertice ONU a settembre) di fatto «Premia il terrore di Hamas e rafforza il suo rifiuto di liberare gli ostaggi». Secca la risposta dello stesso Presidente francese che in una nota definisce sbagliato il tenere legati «il riconoscimento della Palestina e gli attacchi antisemiti avvenuti in Francia».