Istat, rapporto 2024: "5,7 milioni di persone in povertà assoluta", incidenza maggiore al Sud e nelle Isole, soprattutto tra giovani coppie con figli
Pubblicato l’ultimo rapporto Istat sulla povertà, relativo alle statistiche 2024, che mostra come i dati percentuali sono rimasti piuttosto stabili rispetto all’anno precedente ma è aumentato il divario in Italia tra Nord e Sud e tra stranieri e italiani. In particolare la povertà assoluta, cioè la condizione economica che non permette di riuscire a soddisfare nella maggior parte dei casi i bisogni essenziali, che riguarda 2,2 milioni di famiglie, 5,7 milioni di persone in totale con una incidenza più ampia nel Mezzogiorno, pari al 10,5% e tra i nuclei più numerosi, con almeno un componente minorenne e un adulto che risulta disoccupato.
La criticità è presente soprattutto nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri, che risultano la più ampia fascia, al 35,2%, mentre scende lievemente al 30,4% tra coloro che hanno la presenza di almeno uno straniero e diminuisce drasticamente al 6,2% nei nuclei di soli italiani residenti. Altra evidenza è quella della correlazione tra livello di povertà e quello di istruzione o lavorativo, visto che è tre volte più elevato in individui che non hanno conseguito il diploma di scuola superiore, fino a crescere ulteriormente al 14,4% per chi ha terminato solo la scuola elementare.

Povertà assoluta, i dati Istat: il principale fattore di rischio è il livello di istruzione
Le stime Istat per il 2024, relative ai livelli di povertà in Italia, rilevano una incidenza ancora elevata ma con poche variazioni rispetto al 2023, in particolare tra famiglie composte da stranieri e nuclei con almeno 4 componenti, uno su cinque tra coppie con tre o più figli . Quasi tutte le fasce di età sono rappresentante in modo equo, con una incidenza lievemente maggiore per quanto riguarda i minori, che vivono in famiglie numerose e individui tra 45 e 54 anni per poi scendere negli over 65. Tra i fattori di rischio, evidenziati nel rapporto, figurano soprattutto quelli legati al livello di istruzione, legato anche alla difficoltà di trovare una occupazione adeguata, insieme alla zona di residenza. Il divario più ampio è infatti quello tra Nord e Sud, con un picco registrato nelle Isole, che è anche cresciuto nel tempo passando dall’11,9 al 13,4%.
Per calcolare il grado di povertà assoluta, che in Italia riguarda 5,7 milioni di persone, è stata considerata la spesa media mensile, che in gran parte dei casi è ben al di sotto di quella stabilita per parlare di povertà relativa, quindi che non è in grado di soddisfare bisogni primari come quelli abitativi e alimentari, considerando anche che sono più di un milione i nuclei che dichiarano di vivere in affitto.
Rapporto Istat povertà, incidenza maggiore al Sud e nelle giovani coppie con figli
L’incidenza di povertà, relativa o assoluta in Italia resta stabile secondo i dati Istat, tuttavia permangono criticità elevate in alcune regioni, che restano ultime in classifica per numero di residenti che riescono a permettersi uno stile di vita adeguato. I valori più intensi sono stati registrati al Sud, con una crescita percentuale rispetto al 2023, arrivata al 21,7%, che coinvolge soprattutto la Calabria, la Puglia e la Campania. Le zone invece nelle quali la situazione è migliore sono Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto e Toscana.
Si conferma anche l’omogeneità delle aree nelle quali sono state registrate le percentuali, dal rapporto emerge infatti che i livelli non si discostano di molto se si prendono i esame le grandi città rispetto a quelle piccole. Anzi, nei piccoli comuni che hanno meno di 50mila abitanti, la situazione è peggiore, specialmente al Centro e al Nord nei paesi più distanti dai centri metropolitani e tra le giovani coppie con figli che non hanno una casa di proprietà, maggiormente tra coloro che risultano disoccupati e quindi con la minore capacità di spesa e di risparmio.
