Prospettive economiche Italia, Istat, buone previsioni per il 2026 con un a ulteriore crescita del Pil e aumento della domanda interna
Istat pubblica il rapporto con i rilievi economici, anticipando le prospettive per l’Italia, che dalle prime anticipazioni sembrano essere buone. I dati infatti confermano un aumento del Pil a + 0,5% nel 2025 che dovrebbe poi salire ancora nel 2026 per raggiungere lo 0,8% in più.
Anche l’inflazione è in decrescita e sta portando ad una progressiva diminuzione dei prezzi che sosterrà la domanda interna. La situazione è dovuta alla somma di vari fattori che sono collegati tra loro, il primo, quello dei consumi privati, aumentati grazie a retribuzioni più alte e occupazione, che stanno anche favorendo gli investimenti.
Di conseguenza, si prevede anche un calo dei tassi di disoccupazione, che il prossimo anno dovrebbero perdere un ulteriore punto percentuale passando da 6,2 a 6,1. Favorito anche un nuovo ribasso dei listini della materia prima energetica, che andrebbe ad avere un impatto positivo sulle spese familiari complessive.
Ad incidere sull’andamento positivo anche l’indice dei prezzi al consumo, che scende, come accaduto tra ottobre e novembre 2025, con una differenza del 1,1% contro l’1,3% del mese precedente.
Istat, prospettive economiche Italia, previsto aumento del Pil nel 2026 grazie alla crescita della domanda interna
Economia italiana in ripresa, in calo l’inflazione , i prezzi al consumo e listini energia, in aumento retribuzioni, occupazione e investimenti. Il quadro mostrato dall’Istat presenta prospettive positive anche per il 2026 anno nel quale, non solo si dovrebbe consolidare la situazione, ma migliorare ulteriormente per effetto dell’aumento della domanda interna, delle esportazioni e dell’occupazione. Tutti fattori che contribuiranno alla crescita, con un impatto, tra beni e servizi, pari al 2,4% sul PIl.
L’Istituto di Statistica ha poi illustrato anche le condizioni economiche internazionali, individuando le variabili che peseranno nell’andamento generale futuro. Tra queste ci sono in particolare, il prezzo del petrolio a barile, il tasso di cambio euro dollaro e il volume dei commerci. Tutti elementi che pesano sulla performance globale, specialmente quella del prodotto interno lordo dei paesi in via di sviluppo.
La proiezione per il prossimo anno è comunque quella di un indebolimento degli scambi, dovuto ai dazi e all’incertezza della stabilità politica in alcuni contesti.