In Italia sono triplicati i casi di istruzione parentale in pochi anni: tra sostenitori e detrattori, quali sono i pro e i contro dell'homeschooling
Un recente video virale – ed in parte criticatissimo – condiviso sui social da una coppia di genitori spagnoli sta riaprendo il dibattito sulla cosiddetta istruzione parentale, ovvero la scelta che molti di genitori (di fatto, sempre di più) fanno di non mandare a scuola i loro figli, optando per l’homeschooling nel quale loro stessi – ma spesso anche un educatore o un docente vero e proprio – si improvvisano professori e maestri: una scelta – appunto – criticata da molti genitori ed esperti, con altri che caldeggiano l’istruzione parentale in virtù di alcuni presunti benefici sullo sviluppo del bambino e del rapporto con i genitori.
Prima di arrivare ai pro e ai contro dell’istruzione parentale, vale la pena dare una rapida occhiata ai dati italiani sul fenomeno: gli ultimi disponibili sono del MIM e relativi al biennio scolastico 2020/2021 – anno nel quale siamo di fatto usciti a pieno titolo dalla pandemia e che oggi potrebbero essere leggermente differenti – e ci parlano di poco più di 15mila studenti ‘domestici’ pari a circa tre volte in più rispetto a quelli registrati tra il 2018 e il 2019; il tutto in larga parte (ovvero 10.046 dei casi complessivi) per le scuole primarie e nel Nord – con la Lombardia capolista nazionale – della nostra penisola.
Pro e contro dell’istruzione parentale: quali sono i benefici dell’homeschooling e quali i rischi?
Di fatto l’istruzione parentale in Italia è un’opzione legalmente concessa a qualsiasi studente, ma anche subordinata ad aspetti prettamente pratici come il fatto che i genitori devono dimostrare periodicamente le loro possibilità economiche e tecniche di sostenere lezioni al passo con i programmi didattici previsti dal Ministero; mentre lo studente domestico deve anche al contempo sottoporsi ogni anno ad un esame conclusivo ufficiale per accedere all’anno successivo dimostrando di aver acquisito tutte le competente richieste grazie all’homeschooling.
Tra i sostenitori dell’istruzione parentale si cita – tra i pro – soprattutto il fatto che aumenta il tempo che i genitori trascorrono con i figli migliorando il loro rapporto, ma anche la possibilità di personalizzare gli orari di lezione in base alle esigenze del figlio evitandogli sveglie eccessivamente rigide al mattino e lunghi tragitti per raggiungere le scuole; il tutto anche accompagnato dal fatto che molti studiosi ritengono che le classi eccessivamente affollate non siano propedeutiche all’apprendimento, aumentando le distrazioni e riducendo la soglia di attenzione di bambini e ragazzi.
D’altra parte, i detrattori dell’homeschooling citano soprattutto i potenziali danni alle capacità di socializzazione per bambini e ragazzi, ritenendo la scuola il luogo più importante per saldare amicizie, far sbocciare i primi amori e – soprattutto – per imparare a stare correttamente all’interno di una società; il tutto fermo restando che si potrebbe criticare anche la qualità degli insegnamenti, potenzialmente peggiore rispetto a quella ufficialmente riconosciuta o anche – sempre potenzialmente – eccessivamente ideologizzata in base alle opinioni dei genitori.