Da FdI è arrivato uno stop a Lufthansa più che alla privatizzazione di ITA. Si tratta, quindi, ora di trovare una soluzione che non può prescindere da MSC
La privatizzazione di ITA? Mario Draghi l’ha detto senza indugio: nei prossimi dieci giorni il governo vorrà assegnare la gara a MSC-Lufthansa. Il presidente del Consiglio non si è impaurito di fronte agli strali di Giorgia Meloni, e ha detto chiaramente che non ha intenzione di passare la patata bollente al prossimo esecutivo. Sarebbe infatti un problema, perché la ex compagnia di bandiera brucia cassa e non può andare avanti da sola, tanto che i sindacati, da sempre favorevoli all’operazione, hanno lanciato l’allarme.
Nei corridoi romani si fa tuttavia notare che l’attacco di Fratelli d’Italia è ai tedeschi. Nessuno ha detto nulla su MSC. D’altronde il gruppo italo-svizzero guidato dal Comandante Luigi Aponte non può che essere benvoluto in Italia, con una lunga storia di salvataggi da Snav per finire a Moby. Quindi è chiaro che l’opposizione della Meloni è a Lufthansa e non all’armatore campano. Il problema è come fare a buttare via l’acqua senza il bambino. Tenere a bordo MSC senza un operatore del settore è problematico, così come proporre a MSC un’operazione con lo Stato in maggioranza.
Si è visto con Alitalia come non siamo stati capaci di gestire una compagnia aerea. Bisognerà quindi trovare una soluzione che permetta a FdI di cantare vittoria senza distruggere l’azienda. Una soluzione che non potrà prescindere da Aponte e MSC, l’unica pietra angolare su cui tutte le parti in causa trovano sintonia.
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