Gli italiani con case all'estero saranno nel mirino del Governo Meloni e dell'UE, con dati e informazioni condivise tra ben 24 Paesi.
Tra non molto gli italiani con case all’estero saranno “sotto analisi” da parte del Governo Meloni, che tra il 2029 e massimo il 2030, prevede di attuare un sistema di monitoraggio nei confronti dei cittadini (nati in Italia) che sono titolari di immobili al di fuori del Bel Paese.
Il patto prevede lo scambio di informazioni tra l’Italia e 24 Paesi, tra cui, una minima parte, la Germania, la Corea del Sud, la Nuova Zelanda e il Regno Unito. Ad averlo fatto presente è stata la circolare del Dipartimento delle Finanze, che ha appurato come oggi il controllo sia soltanto a favore di beni finanziari (come le criptovalute) e non immobiliari.
Perché è importante controllare gli Italiani con le case all’estero?
Prevedere un sistema di controllo in riferimento agli Italiani con case all’estero è indispensabile per assicurarsi che nessun cittadino evada il fisco. O meglio, è un tentativo in più che può indicare anche i redditi utilizzati per acquistare la proprietà immobiliare.
Il meccanismo che verrà implementato sarà L’IPI MCAA, con automatismi a disposizione delle amministrazioni fiscali dei Paesi aderenti al patto, utili a condividere istantaneamente qualunque informazione sul “mattone” posseduto dal soggetto.
Si rivela una soluzione importante per poter limitare il rischio di evasione, anche grazie al controllo sui redditi delle persone fisiche “sotto analisi”.
Come funzionerà il modello?
Lo schema IPI MCAA si baserà su due funzioni importanti, la prima analizzerà sia eventuali compravendite recenti, ma restituirà le informazioni sugli immobili già intestati alla persona fisica in questione.
La seconda funzione prende in esame gli eventuali redditi ricavati dall’immobile di cui si è titolare, sia nel caso sussistessero delle compravendite recenti sia nel caso in cui venisse messo in affitto.
L’accordo tra i Paesi prevede dei protocolli pressoché standard, con l’obbligo di rilasciare specifiche informazioni sull’immobile: la via, il nome dell’intestatario (codice fiscale incluso) e perfino il valore.
L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza finanziaria di ogni singolo cittadino (italiano e non), in merito a quel che possiede e combaciando i suoi redditi con la capacità di acquisto e detenzione del suo patrimonio complessivo.
