Assegnato a John Clarke, Michel Devoret e John Martinis il Nobel Fisica 2025: chi sono e il loro studio sulla meccanica quantistica

Dopo l’appuntamento di ieri dedicato alla medicina, continua la settimana di premiazioni a Stoccolma con l’assegnazione oggi – martedì 7 ottobre 2025 – del Nobel Fisica 2025 ai ricercatori John Clarke, Michel Devoret e John Martinis, autori di un importante e rivoluzionario studio sulla meccanica quantistica condotto a partire dagli anni ’80; mentre domani per l’Istituto Karolinska verrà il momento di assegnare il prestigioso premio per la Chimica e seguiranno – fino al prossimo 13 ottobre – quelli per la Letteratura, la Pace e l’Economia.



Prima di arrivare al loro studio, vale la pena ricordare che John Clarke, Michel Devoret e John Martinis – rispettivamente originari di Regno Unito, Francia e Stati Uniti – sono nati a ridosso tra il 1942 e il 1958 conseguendo tutti e tre (com’è facile immaginare) il dottorato in Fisica: il loro interesse per la meccanica quantistica sarebbe nato proprio durante gli anni universitari e quando si sono incontrati alla University of California – nella quale insegnano – hanno dato il via allo studio che li ha portati fino alla vittoria del Nobel.



Lo studio sulla meccanica quantistica di Clarke, Devoret e Martinis: perché hanno vinto il Nobel Fisica 2025

Comprendere lo studio alla base del Nobel Fisica 2025 è abbastanza complesso per chi non è un “addetto ai lavori”, ma semplificando all’estrema sintesi si potrebbe dire che i tre ricercatori hanno messo a punto un circuito grosso più o meno come il palmo di una mano per capire se fosse possibile osservare a livello macroscopico due delle principali teorie della fisica quantistica; ovvero quella che lavora a livello microscopico e che proprio per questa dimensione estremamente ridotta è del tutto impossibile da osservare.



Il Premio Nobel (Foto: ANSA-EPA/Mauricio Duenas Castaneda)

Sul loro circuito, i tre ricercatori ora insigniti con il Nobel Fisica 2025 sono effettivamente riusciti a osservare l’effetto tunnel (ovvero la capacità delle particelle di attraversare barriere impenetrabili per la fisica tradizionale) e “quantizzazione dell’energia” (ovvero il comportamento ondulatorio e non lineare dell’energia); riuscendo per la prima volta a dimostrare in modo pratico che la meccanica quantistica opera anche su sistemi più grandi delle minuscole particelle.

Di fatto, la scoperta dei tre premi Nobel Fisica 2025 è importante soprattutto perché – oltre alle sue ovvie implicazioni accademiche in un campo ancora oggi abitato da numerose teorie difficili da dimostrare in modo pratico – ha aperto le porte ai cosiddetti “superconduttori” che sfruttano proprio la meccanica quantistica per elaborare una quantità di dati e informazioni che sarebbe impossibile per un sistema tradizionale.