Guerra in Ucraina, Klitschko (sindaco Kiev): "Tutti siamo stanchi del conflitto. Negoziare con la Russia è unica via per la pace, anche cedendo territori"
La fine della guerra in Ucraina passa dalle trattative con la Russia, anche se questo comporta la cessione di territori: a lanciare segnali importanti di apertura è Vitali Klitschko, sindaco di Kiev. Ne ha parlato in un’intervista alla Bild, dimostrando quanto sia diventata forte la pressione dopo oltre tre anni di guerra. «Tutti in Ucraina sono stanchi di questa guerra», ha dichiarato citando il prezzo pagato, in riferimento ai patrioti, soldati e cittadini morti, senza dimenticare le città andate distrutte.
L’ex campione di pugilato invoca i negoziati: «Dobbiamo trovare una soluzione diplomatica». Non esclude neppure le cessioni territoriali. «La situazione è molto tesa, in particolare la nostra capitale è spesso attaccata da droni kamikaze», ha spiegato a proposito del conflitto.
La fase è delicata, tra massicci attacchi con droni e missili balistici, con la difesa area incapace di proteggere Kiev da attacchi massicci. «Per questo motivo, purtroppo, abbiamo molti feriti e morti tra la popolazione civile».
KLITSCHKO E L’APPUNTAMENTO IN ALASKA
Vitali Klitschko, alla Bild, ha parlato anche dell’imminente incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska, spiegando che l’esito «dipende molto» dal presidente Usa, che ritiene «una figura decisiva nel mondo». D’altra parte, visto che la guerra è cominciata per Putin, è lui che può fermarla.
L’Ucraina, invece, ha una forza: il legale con gli alleati, Ue e Usa. Ma il sindaco di Kiev ha parlato anche dei piani di Putin, che non riesce ad accettare che l’Ucraina sia indipendente dalla Russia e, quindi, vuole occuparla per ricreare la ‘Grande Russia‘.
Ma Klitschko si interroga anche sulle condizioni per trattare: non è ancora il momento per parlare delle cessioni territoriali, anche perché è una questione che riguarda Zelensky, ma è consapevole che «una parte della popolazione non sarà mai disposta a cedere una parte del nostro Paese alla Russia»; d’altra parte competono al presidente ucraino le «decisioni difficili».
GLI AIUTI, LA FAMIGLIA EUROPEA E LA MINACCIA RUSSA
Ma il sindaco di Kiev, nell’intervista, ha ringraziato gli alleati per gli aiuti con cui possono difendersi: «Le nostre risorse umane sono molto ridotte. Abbiamo una situazione difficile per quanto riguarda i soldati, ci sono molti feriti e morti». E c’è un confine lungo da proteggere. «Abbiamo bisogno di mobilitazione. Attualmente in Ucraina viene mobilitato chiunque abbia più di 25 anni. Abbassare l’età a 20 anni è molto impopolare», ha dichiarato Klitschko.
Un decreto ucraino impedisce negoziati diretti tra Ucraina e Russia, ma è pur vero che Zelensky, per Putin, è un presidente illegittimo, visto che il mandato è scaduto. «Dobbiamo comunque trovare una soluzione», e per il sindaco di Kiev ci sarà modo per Putin, Zelensky e Trump di vedersi, anche se sarà un confronto duro. Infine, il sindaco di Kiev ha confermato che l’Ucraina vuole far parte della famiglia europea, un desiderio ostacolato da Putin.
«E non dimenticate che questa visione malata del grande impero russo comprende anche la Polonia, i Paesi dell’Europa orientale e persino una parte della Germania. Per questo motivo non bisogna mai sottovalutare Putin e i suoi piani. Il sostegno all’Ucraina è quindi di vitale importanza. Non solo per noi, ma per tutta l’Europa», ha concluso Klitschko.