La fusione con l’Inpdap non crea alcun allarme sui conti dell’Inps. Ad assicurarlo è il ministro del Lavoro Elsa Fornero che, a margine di un incontro presso l’Unione Industriale di Torino, ha fatto sapere che “i dati erano tutti conosciuti. Che l’Inpdap fosse in disavanzo non è una novità, quindi non c’è alcun allarme”. L’obiettivo del governo, ha aggiunto il ministro, “era ridurre i costi di gestione e dobbiamo riuscirci. I costi della previdenza sono legati alle regole per le pensioni e quindi scenderanno man mano che si realizzeranno i risparmi prodotti dalla riforma pensionistica”. Secondo la Fornero non è “mettendo insieme Inps e Inpdap o altri enti” che si fa risparmio, perché è “sugli oneri di gestione e di amministrazione”che è necessario agire. “Questi enti – ha detto – devono costare di meno e l’ente unico dovrà costare di meno e credo che lo farà”. Anche secondo Giuliano Cazzola, deputato del Pdl, “era arcinoto che il bilancio di esercizio dell’Inpdap fosse in passivo e che il saldo negativo avrebbe prodotto i suoi effetti sul bilancio del SuperInps. A determinare tale situazione, oltre ad aspetti strutturali attinenti alle vicende che in questi anni hanno interessato le pubbliche amministrazioni, è stata una operazione meramente contabile che, per motivi riguardanti l’ammontare del debito pubblico, ha trasformato in un debito dell’Inpdap un credito che l’istituto vantava nei confronti dello Stato fin dal momento della costituzione della Cassa degli statali”. Nel 1995, infatti, spiega ancora Cazzola, “venne previsto, a copertura delle pensioni in essere, un trasferimento annuo di 14mila miliardi di lire, che, successivamente, venne trasformato in una anticipazione di Tesoreria, in euro. Così lo Stato, da debitore, divenne creditore dell’Inpdap”. Lo stesso presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, si era detto alquanto ottimista riguardo il disavanzo generato dall’Inpdap: “Il bilancio dell’Inpdap è chiaramente in disavanzo – ha spiegato – perché negli ultimi anni c’è stato un turn over che ha portato a un aumento dei pensionati e alla diminuzione dei dipendenti. Nel momento in cui il nuovo ente ha inglobato l’Inpdap è chiaro che questo disavanzo si verifica contabilmente anche nel nuovo Inps.
Dico contabilmente perché lo Stato ha sempre fatto fronte al piano dei disavanzi anticipando finanziariamente le risorse necessarie. Non c’è nessun allarme e nessun problema”, ha quindi affermato Mastrapasqua, secondo cui “il sistema previdenziale è un sistema molto semplice. Se i lavoratori attivi sono in diminuzione e i pensionati aumentano, allora lo sbilancio è permanente e non ci sono manovre correttive. Con la spending review ci saranno ancora più pensionati. Qualora il disavanzo dell’Inpdap rimarrà, sarà lo Stato, in quanto datore di lavoro dei dipendenti pubblici, a doverlo risanare”.