I nuovi dati sull’Istat scattano un’istantanea del nostro Paese piuttosto inquietante. Secondo le tabelle contenute nel rapporto annuale, infatti, tra il 2008 e il 2011 il tasso di disoccupazione dei giovani under 24 è aumentato addirittura di 7,8 punti percentuali. In particolare, i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, e che sono disoccupati sono passati dal 21,3% al 29,1%, Non va meglio il tasso di disoccupazione che, nel medesimo periodo, è salito dal 6,7% del 2008 all’8,4% nel 2010 e 2011. Significa che la disoccupazione giovanile ha subito un incremento di 4 volte superiore rispetto al dato medio. Da segnalare, in particolare, un fenomeno, fino a poco tempo fa sconosciuto ma che ha assunto caratteristiche ed entità di una certa rilevanza. Si tratta dei cosidetti Neet. Ovvero, di quei giovani che non hanno un lavoro, non lo cercano e non sono attivi in un’attività formativa. Sino 22,7%, con un rialzo del 3,4 per cento rispetto al 2008. Cresce, inoltre, il tasso di inattività nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni, passando dal 37 per cento al 37,8. Numerosi altri parametri attestano la difficoltà della situazione. Per esempio, il part time involontario è aumentato, sempre nel medesimo periodo preso in considerazione, di ben il 20 per cento, mentre il part time, in generale, è aumentato di 1,2 punti, passando dal 14,3 per cento degli occupati complessivi al 15,5. Nel dettaglio, tra questi, gli involontari erano il 34,1 per cento nel 2008 e sono diventati il 53,3 per cento nel 2011. Ovvero, il 19,2 per cento in più. Seguono un trend decisamente negativo anche quei lavoratori che, avendo un contratto di lavoro atipico, sono stati stabilizzati. Se prima della crisi, infatti, lo era il 29,2 per cento, allo scorso anno sono diventati il 23,4%, con un decremento pari al 5,8 per cento. Aumenta la disoccupazione e cala, contestualmente, l’occupazione. Nella fascia di età 15-64 anni ha subito un calo dell’1,8 per cento, attestandosi sul 56,9 per cento, rispetto al 58,7 del 2008. Ad essere interessati dal fenomeno sono stati soprattutto gli uomini; gli occupati maschili sono passati, infatti, dal 70,3 per cento al 67,5 mentre le donne dal 47,2 per cento al 46,5.
Significativo il fatto che, in questo periodo, hanno maggiormente beneficiato di una maggiore occupazione le donne single. E, quindi, prevalentemente, senza figli; tra di loro, infatti, si è registrato un incremento dell’occupazione pari al 0,7 per cento.