Il Consiglio dei ministri approva il decreto legge sulla sanità firmato dal ministro Balduzzi, un decreto che aveva già dato adito a polemiche anche all’interno del consiglio stesso, e che adesso altre polemiche scatenerà. Sono diverse infatti le novità introdotte e che non piacciono alla categoria dei medici. Un decreto che il capo del governo giudica imprenscindibile nell’ottica di un migliore asset produttivo del Paese, introdotto tramite un più alto livello di tutela della salute. Balduzzi invece ha usato una frase che può essere considerata il manifesto slogan del decreto stesso: “sette giorni su sette, 24 ore su 24”. Si riferisce all’indicativa che vuole i medici di base attivi e in servizio sette gironi su sette e che pare non essere gradita dai medici di base stessi. Ecco alcuni dei punti principali introdotti dal nuovo decreto. Cominciamo appunto dal tema dei medici di base, che il ministro Balduzzi definisce “una nuova alleanza tra utente e medico di famiglia”. Gli ambulatori dovranno rimanere aperti per tutto l’arco della giornata, si legge nel decreto, nei giorni prefestivi e festivi con una turnazione idonea. I medici dovranno cioè lavorare, con turni adeguati, tutti i giorni della settimana ventiquattro ore su ventiquattro: “Viene demandata alle Regioni la disciplina delle unità complesse di cure primarie privilegiando la costituzione di reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonché nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione”. Per quanto riguarda invece le sale da gioco che in una prima bozza venivano spostate a non meno di 500 metri dalle scuole: la distanza minima diventa adesso di duecento metri dei punti vendita in cui si prevede la vincita di denaro. Scompare invece la tassa su bibite gasate e superalcolici. Rimane la super multa ai tabaccai che vendono sigarette ai minori di 18 anni. Non viene invece chiarito se il certificato medico per chi svolge attività sportiva non professionistica debba essere rilasciato da un medico specialista come prevedeva in un primo tempo il decreto, oppure dal medico di famiglia come sempre fatto. Le società sportive sia professionistiche che dilettantistiche sono adesso obbligate a dotarsi defibrillatori automatici, dopo i recenti casi di morte sul campo sportivo.
Infine le nomine dei dirigenti sanitari rimangono di competenza delle Regioni: “i requisiti di merito e professionali sono disciplinati in modo puntuale e allo stesso modo anche la scelta di direttori di struttura complessa, i primari prevede cambiamenti significativi perché la commissione formata da componenti sorteggiati da primari, farà valutazioni” ha detto il ministro.