Nel 2012 sono stati 790 i morti sul lavoro. Un numero ancora molto alto, ma in calo dell’8,78% rispetto agli 866 casi mortali dell’anno precedente. Lo fa sapere l’Inail, in occasione della presentazione della Relazione annuale 2012 presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, a Roma. Dal documento, illustrato oggi dal presidente dell’Istituto, Massimo De Felice, emerge che le denunce pervenute all’Inail entro il 30 aprile 2013 relative a infortuni accaduti nel 2012 sono state in totale 744.916: anche questo dato registra una diminuzione dell’8,89% sul 2011 e del 23% sul 2008. Tra le denunce pervenute, quelle positivamente riconosciute dall’Istituto come casi di infortunio sul lavoro sono risultate 496.079, l’11,34% in meno rispetto allo stesso dato dell’anno precedente (quando i casi sono stati 559.504). Nel contesto degli infortuni accertati, fa sapere ancora l’Inail, 428.960 sono risultati in occasione di lavoro, a fronte di 67.119 “in itinere” (cioè quelli avvenuti durante il tragitto verso il luogo di lavoro). Nel complesso, più del 18% dei 496.079 infortuni totali si è verificato al di fuori dell’azienda, “con mezzo di trasporto” (22.792) o, appunto, in itinere. “La distinzione rispetto alla localizzazione dell’infortunio è rilevante per meglio giudicare e calibrare le politiche di prevenzione”, ha detto a proposito il presidente Inail, Massimo De Felice. Per quanto riguarda i settori coinvolti, 393.663 infortuni accertati hanno interessato l’industria e servizi (682 dei quali con esito mortale), 34.151 l’agricoltura (98 mortali) e 68.265 sono stati “per conto dello Stato” (10 mortali).