Il 2015 dell’Inps e del suo nuovo Presidente Tito Boeri non sarà facile. Non solo si profila all’orizzonte una riforma delle pensioni, ma Il CorrieEconomia di oggi ricorda i nodi dei conti dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. In particolare, le uscite (324 miliardi nel 2014, 328 nel 2015 e 333 nel 2016) continueranno a essere superiori alle entrate (313 miliardi nel 2014, 319 nel 2015 e 324 nel 2016). Dunque il debito dell’Inps continuerà a salire e a richiedere un intervento pubblico. Stefano Caselli, prorettore dell’Università Bocconi che ha analizzato i conti Inps per il quotidiano milanese, spiega che “l’Inps ha un rosso da quasi 10 miliardi e per finanziarsi ha bisogno di 100 miliardi di trasferimenti dallo Stato all’anno”. A pesare sembra essere stata l’incorporazione dell’Inpdap avvenuta nel 2012.
All’orizzonte si profila quindi o un taglio delle spese oppure un continuo trasferimento di soldi dei contribuenti. Per quanto riguarda le spese dell’Inps, nel 2013 sono ovviamente state principalmente per le pensioni, seguite poi da quelle per le “prestazioni economiche temporanee”, come malattia, maternità, Tfr pubblici. Poi arrivano le pensioni sociali. Queste ultime due voci da sole assorbono 52 miliardi di euro, giudicati eccessivi da Caselli. Secondo il Professore, si potrebbe migliorare la situazione separando la gestione previdenziale da quella assistenziale, oppure aumentare le entrate attraverso la vendita di prodotti correlati, come le assicurazioni vita.