Mentre si discute di una riforma delle pensioni, Franco Abruzzo, storico Presidente dell’Ordine dei giornalisti e da sempre attento ai temi previdenziali, avverte Boeri e Poletti. Intervistato da La Sicilia fa capire di essere estramamente contrario a un ricalcolo delle pensioni mediante il sistema contributivo di cui si è parlato nelle ultime settimane, magari a danno di chi comunque ha lavorato 35-40 anni, ricordando che ci sono politici e sindacalisti che, grazie alle leggi Mosca e Treu (definite “leggi-truffa” da Abruzzo), percepiscono una pensione senza aver praticamente “versato assolutamente nulla”.
In attesa della riforma delle pensioni, che il ministro Poletti ha confermato ci sarà con la prossima Legge di stabilità, Tito Boeri, presidente dell’Inps, è pronto a rivedere la struttura dell’ente da lui guidato attraverso un piano che presenterà entro giugno al Governo. Boeri intende rivedere organicamente assistenza e previdenza e ha segnalato come il problema principale dell’Italia in questo settore sia ora la difficoltà che hanno le persone che perdono il lavoro dopo i 55 anni e che si trovano ancora lontane dalle pensione. L’idea sarebbe quindi quella di un reddito minimo per aiutarli a raggiungere la quiescenza, finanziabile con circa 1,5 miliardi di euro. Una parte di queste risorse si potrebbe forse reperire da un intervento sulle pensioni più alte erogate in base al sistema retributivo, un’idea che Boeri non ha mai nascosto di condividere. Il problema è che una norma in questa direzione potrebbe scontrarsi con ricorsi alla Corte Costituzionale, e persino a quella europea dei Diritti dell’uomo.