Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervistato da “L’Avvenire”, ha ribadito che il tesoretto di 1,6 miliardi di euro, illustrato nel Def, verrà destinato alle fasce più povere della popolazione. “In base all’evidenza empirica, una distribuzione più equa della ricchezza favorisce una crescita più elevata”, ha affermato il ministro, parole che potrebbero escludere l’ipotesi di allargamento della platea dei fruitori del bonus Irpef di 80 euro ai pensionati, attualmente esclusi dal provvedimento a prescindere dal reddito annuo percepito. Difficile pensare che gli 1,6 miliardi di euro possano essere utilizzati, in maniera strutturale, per i pensionati e al tempo stesso per le altre categorie escluse, soprattutto i cosiddetti incapienti, che percepiscono meno di 8.000 euro al mese e per questo motivo non pagano Irpef netta. Non è da escludere, tuttavia, che a fruire del tesoretto siano i pensionati con assegni meno elevati.
In attesa che il Governo elabori una riforma delle pensioni che introduca dei principi di flessibilità o il reddito minimo per gli over 55 che restano senza lavoro nella prossima Legge di stabilità, i pensionati guardano con interesse alle mosse dell’esecutivo dopo che è emersa la disponibilità di un tesoretto da 1,6 miliardi di euro durante la predisposizione del Def 2015. L’idea è quella di usare queste risorse per interventi nel settore del welfare, in particolare per estendere la platea dei beneficiari del bonus da 80 euro approvato lo scorso anno da Renzi. Già da allora erano montate le proteste dei pensionati, rimasti esclusi da tale beneficio e in più di un’occasione il Governo aveva promesso un’estensione. Tuttavia la platea non è stata mai modificata, ma secondo quanto scrive oggi Repubblica, le cose starebbero per cambiare, dato che gli incapienti (cioè coloro che hanno un reddito inferiore alla soglia che richiede il pagamento di tasse) dovrebbero essere i beneficiari del suddetto tesoretto.
Resta il fatto che non è detto che tutti gli incapienti possano avere un bonus. Infatti, data la limitatezza delle risorse, il Governo potrebbe darlo solo ai lavoratori dipendenti (come accade ora con gli 80 euro) oppure anche ai pensionati e ancora agli autonomi. A seconda di questa triplice possibilità, la somma in più per i beneficiari varierebbe dai 20 ai 52 euro al mese. I pensionati, almeno quelli incapienti, sperano quindi che il Governo stavolta si ricordi di loro (nel caso, a quanto pare, avrebbero al massimo 29 euro in più al mese).