Il decreto pensioni, con cui il Governo ha pensato di porre rimedio alla mancata indicizzazione varata dal Governo Monti nel 2011, non va ancora giù ai sindacati. Tanto che l’Ugl ha deciso che fornirà assistenza gratuita ai pensionati che vorranno ricorrere alla magistratura contro il Governo. In 50 piazze del Paese (a cominciare dalla principali mete turistiche), sotto lo slogan “Il governo volta le spalle ai pensionati. Il bonus che ti viene offerto è solo una parte di ciò che ti spetta”, ci saranno gazebo che informeranno e offriranno consulenza.
Attraverso un’interrogazione parlamentare, i deputati Pd Gnecchi, Damiano e Giacobbe evidenziano quanto le continue modifiche dei requisiti per la pensione creino incertezza. In particolare, a finire sotto accusa sono i coefficienti di trasformazione, che se continuamente rivisti possono portare a effetti distorsivi, come per esempio un dividendo tra montante e coefficiente inferiore all’anno precedente, con un conseguente disincentivo a continuare a lavorare. I deputati chiedono quindi se il Governo voglia avviare una riflessione sul tema.
Tito Boeri si difende e scrive a Il Corriere della Sera, spiegando le ragioni delle sue proposte di riforma delle pensioni. In particolare, il Presidente Inps spiega che le penalizzazioni per chi vuole andare in pensione prima rispondono a un principio di equità attuariale: “Impongono – spiega Boeri con un esempio – a chi vuole 20 fette di una torta di non averle della stessa dimensione di chi ne chiede 10 o 15 di fette della stessa torta”. Rispondendo a Del Boca e Mundo, Boeri dice anche che redistribuire la ricchezza (tassando chi ha di più e dando a chi ha di meno) non può che fare bene al Paese.
Le proposte di riforma delle pensioni di Tito Boeri fanno ancora discutere e ieri Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo di Alessandra Del Boca e Antonietta Mundo, con cui veniva in particolare criticata la scelta di finanziare un reddito minimo agli over 55 con un contributo di solidarietà per le pensioni più alte. Per le due economiste si tratterebbe di “una nuova tassa per i pensionati”. Del Boca e Mundo si dichiarano anche contrari alla flessibilità in uscita con un ricalcolo contributivo dell’assegno.
Il 3 agosto 2015 molti pensionati riceveranno, assieme all’assegno pensionistico, il cosiddetto Bonus Poletti (rimborso una tantum che spetta ai pensionati penalizzati dal blocco delle indicizzazioni e con reddito lordo inferiore ai 3.000 euro al mese) e il rimborso Irpef, risultante dalla dichiarazione 730/2015. Il rimborso Irpef verrà percepito esclusivamente ai pensionati che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il 20 luglio mentre in caso di trasmissione avvenuta successivamente (il termine per la presentazione del 730 era stato prorogato dal 7 al 23 luglio) il rimborso verrà erogato a settembre. L’INPS ha attuato una procedura di urgenza per garantire il rimborso, nel cedolino di agosto, a tutti i pensionati che hanno presentato il 730 in data compresa tra il 30 giugno e il 20 luglio.
Mancano pochi giorni alla data in cui i pensionati penalizzati dal blocco delle indicizzazioni degli assegni (bocciato dalla sentenza della Consulta) riceveranno il rimborso una tantum (il cosiddetto bonus Poletti), stabilito dal decreto pensioni, recentemente convertito in legge dal Parlamento. Si tratta quindi di un rimborso “a titolo di risarcimento”, che non ha nulla a che fare con la possibile riforma delle pensioni, che dovrebbe essere attuata nei prossimi mesi dal Governo (che ha annunciato più volte modifiche alla Legge Fornero, eccessivamente rigida nello stabilire l’età pensionabile). Come prevedibile, il rimborso avverrà materialmente il 3 agosto, in quanto una circolare dell’Inps stabilisce, “nei casi in cui il pagamento dovesse essere effettuato in giorno festivo o non bancabile” (il primo agosto cade di sabato), “lo slittamento al primo giorno bancabile utile”. Il rimborso, una tantum, spetta, solo parzialmente, ai pensionati che percepiscono un assegno compreso tra le tre volte il minimo (circa 1.500 euro lordi) e i 3.000 euro lordi al mese, in misura variabile a seconda della fascia reddituale di appartenenza.