Il premier Renzi per parlare di contratti statali e di rinnovo del settore dei dipendenti pubblici che ormai da 8 anni attendono un colpo dal governo, ha inventato un neologismo: nel discorso davanti ai sindaci dell’Anci, il presidente del Consiglio ha rilanciato sul settore pubblico in questo preciso modo. «Nella PA bisogna rottamare la filosofia “checcozaloniana” dell’impiegato pubblico che per primo deve tornare a sentire l’orgoglio del Tricolore e del servire lo Stato e del farne parte». Platea un po’ stranita con Renzi che spiega subito, intendendo la fine dell’impiegato pubblico da posto fisso come unico mantra: con questo spirito però bisogna anche incentivarlo e per questo il governo tenta la doppia strada. «Bisogna dare un segnale al turn over, attualmente bloccato al 25%, ovvero col divieto di assumere più di una persona ogni quattro uscite». La proposta primaria è dunque quella di rilanciare i concorsi nel settore pubblico, «Tornare a fare i concorsi significa che possiamo tornare ad avere almeno tra le forze dell’ordine e gli infermieri, e i dottori se riusciamo a inserire anche loro come spero, diecimila unità per le quali immediatamente bandire i posti, anche per tornare a dare i ragazzi la possibilità di mettersi in gioco». Secondo Renzi però il secondo incentivo da dare, per nulla inferiore al primo, è proprio il rinnovo dei contratti statali con l’aumento degli stipendi pubblici: « non servono solo i nuovi concorsi, ma occorresbloccare il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione, da troppi anni fermi, senza i quali, riconosce lo stesso premier, non si possono fare discorsi di consapevolezza e di orgoglio».