Il lavoro del governo e dei sindacati sul rinnovo dei contratti statali è continuo ma dalla giornata di ieri si è arrivati ad un punto di non ritorno: gli incontri tra i sindacati e l’Aran, ovvero l’Agenzia Governativa che si occupa di contrattazione pubblica, sono terminati e ora i tempi non saranno lunghissimi per proporre questioni, ipotesi e nuove proposte al ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. Come riporta il Messaggero, ora spetta al presidente Sergio Gasparrini trarre tutti gli spunti degli accordi con i sindacati per portare sul tavolo del governo le possibili proposte sull’aumento degli stipendi per i dipendenti pubblici. Al momento infatti l’esecutivo è impegnato sulla riforma delle pensioni da presentare nella prossima legge di bilancio e dovrà integrarsi con le spese presentate sui contratti statali. Quali saranno i fondi dunque per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego?
Il Governo Renzi sta cercando di chiudere la partita della riforma delle pensioni ed allo stesso tempo sta cercando delle valide soluzioni alla questione del rinnovo dei contratti statali del pubblico impiego. Una vicenda rimasta bloccata per sette anni e che ora il Premier Renzi non solo ha rimarcato di voler affrontare ma l’ha anche inserita tra le misure prioritarie da inserire nella prossima Legge di Stabilità. Il principale nodo del rinnovo dei contratti statali è rappresentato dalle risorse che sembrano essere eccessivamente esigue per poter dare una risposta efficace a tutte le varie necessità palesate dai sindacati. Infatti, la richiesta sarebbe di un aumento almeno di 80 euro al mese che tuttavia difficilmente appare realizzabile se non dietro una revisione degli orari di lavoro degli stessi dipendenti. In pratica il Governo potrebbe acconsentire all’operazione aumento stipendi ma non allargandola a tutti i dipendenti o quanto meno soltanto per quanti percepiscono redditi non elevati e che mostrino la volontà di assecondare la richiesta di maggiore flessibilità in termini di orario di lavoro. Insomma, siamo dinnanzi al classico caso della coperta troppo corta.